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Iran, Rohani: "Non saremo più considerati una minaccia"

15 luglio 2015 | 12.23
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Festa in Iran per l'accordo sul nucleare (Afp) - AFP
Festa in Iran per l'accordo sul nucleare (Afp) - AFP

Con l'accordo sul programma nucleare firmato a Vienna, "l'Iran non sarà più definito come una minaccia per il mondo". Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani, in una riunione con il suo governo trasmessa in diretta tv. "Nessuno può dire che l'Iran si sia arreso - ha detto Rohani - L'accordo è una vittoria giuridica, tecnica e politica per l'Iran".

"Nessun accordo è perfetto - ha proseguito il presidente - Ma ci vuole sempre un compromesso". "E' stato molto difficile - ha detto Rohani - mantenere alcune delle nostre linee rosse. C'è stato un momento in cui abbiamo dubitato di poter raggiungere un accordo. E' un accordo storico e gli iraniani ne saranno orgogliosi per generazioni".

Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, parlando con i giornalisti al suo rientro a Teheran, ha spiegato che per dare il via all'attuazione dell'accordo sul programma nucleare iraniano "ci vorranno circa quattro mesi a partire da ora". "Prenderemo le misure che ci spettano e loro faranno la loro parte", ha assicurato il ministro, parlando dell'accordo siglato ieri a Vienna, che a suo giudizio mette fine a una "crisi costruita" in modo artificiale.

Il punto principale dell'accordo sul programma nucleare iraniano è la rimozione delle sanzioni internazionali imposte a Teheran in cambio di una serie di restrizioni al suo programma nucleare e in seguito alla verifica da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) del rispetto da parte dell'Iran degli impegni presi a Vienna.

Barack Obama, in un'intervista rilasciata a Thomas Friedman del New York Times, difende l'accordo raggiunto."Noi - ha spiegato - non misuriamo questo accordo in base alla sua capacità di cambiare il regime in Iran, né su quella di risolvere ogni problema che possiamo avere in Iran, né di eliminare tutte le loro scellerate attività nel mondo. Noi misuriamo questo accordo sulla sua capacità di non permettere all'Iran di avere la bomba atomica".

Nel condurre i negoziati il presidente democratico si è ispirato a due predecessori repubblicani, Richard Nixon con la sua storica apertura alla Cina nel 1972 e Ronald Reagan che firmò gli accordi nucleari con all'allora Urss. "E quello che posso dire, e credo di essere in grado di dimostrare, questo è di gran lunga il cammino più certo per garantire che l'Iran non abbia l'arma nucleare", ha aggiunto.

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