E' "di certo molto importante strategicamente" la diga di Mosul che nei prossimi giorni sarà sottoposta a vigilanza da un contingente di 450 militari italiani per tutta la durata dei lavori di ripristino dell'infrastruttura. E' Monsignor Yohanna Petros Mouche, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, a sottolinearlo all'AdnKronos riferendosi all'imminente invio dei soldati italiani in Iraq. Un Paese in guerra, in cui la situazione "è cupa e dura".
"Non vado oltre, non è mia competenza. Sottolineo -aggiunge Mons. Mouche- l'importanza della presenza di cristiani in Iraq e qual è il ruolo e la responsabilità" che avranno. Sulla diga di Mosul, che ha problemi strutturali che potrebbero causare un disastro ambientale, lavoreranno i tecnici di una ditta di Cesena. I 450 militari italiani saranno incaricati di assicurare un'adeguata cornice di sicurezza in chiave di prevenzione da possibili azioni criminali e attacchi terroristici.
L'auspicio dell'arcivescovo siro-cattolico di Mosul è "che il Giubileo proclamato da Papa Francesco possa avere una grande influenza sulle persone di buona volontà. La nostra situazione, cupa e dura, non ci ha ancora permesso di sentire la gioia dell'Anno Santo, nella sofferenza che sopportiamo per Gesù".
