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Iraq: chiesa maronita, contatti su situazione cristiani, ma non con Is

19 gennaio 2015 | 20.22
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Ci sono "da tempo contatti con alcuni Paesi e con alcune organizzazioni in Siria e in Iraq in merito alla situazione dei cristiani, dei due vescovi scomparsi ad Aleppo" nel 2013 e del rapimento di padre Paolo Dall'Oglio, ma non si tratta di "contatti diretti" tra la chiesa maronita e i jihadisti del sedicente Califfato. Così Abdo Bou Kasm, direttore del Centro cattolico di informazione della Chiesa maronita, a Beirut, commenta ad Aki-Adnkronos International le notizie apparse sul quotidiano libanese 'Allwaa' a proposito dell'apertura di "un canale di negoziato" tra il Vaticano e lo Stato islamico (Is), per il tramite della chiesa maronita libanese, sulla situazione dei cristiani iracheni di Mosul.

Padre Bou Kasm precisa che "ovviamente i movimenti della chiesa maronita in merito alla questione sono coordinati con il Vaticano". Ma sottolinea anche che, al contrario di quanto sostiene 'Allwaa', non ci sono preparativi per incontri diretti con rappresentanti dell'Is ad Ankara, tra alcune settimane. "Non abbiamo mai avuto contatti diretti - ha ribadito il religioso da Beirut - con alcuna organizzazione jihadista, né abbiamo l'intenzione di avviare negoziati diretti in Turchia".

Il religioso ha infine precisato che, oltre che sulla questione di Mosul, i contatti vertono sul rapimento dell'arcivescovo greco-ortodosso di Aleppo, Paul Yazigi, e dell'arcivescovo siriaco ortodosso Yohanna Ibrahim, scomparsi tra il 22 e il 23 aprile 2013, mentre rientravano ad Aleppo da una missione umanitaria sul confine turco, e sul rapimento di Padre Dall'Oglio, scomparso a Raqqah a fine luglio 2013.

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