Mosul, 11 lug. (Adnkronos/Aki) - "La provincia di Ninive è suddivisa in 30 unità amministrative, 16 delle quali sono sotto il controllo dello Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil), il resto sotto quello del governo locale". E' così che il governatore di Ninive, Athil al-Nujayfi, descrive la situazione nella sua provincia, situata nel nord dell'Iraq e il cui capoluogo Mosul è caduto nelle mani dell'Isil il 9 giugno scorso. In un'intervista ad Aki-Adnkronos International, Nujayfi spiega che le autorità locali "cercano di portare avanti il loro lavoro amministrativo", ma "in alcune zone si assiste a scontri tra fazioni fedeli all'autorità locale ed elementi dell'Isil".
Il governatore nega che nella provincia si assista a "un'avanzata militare" delle forze del governo centrale di Baghdad "a parte i raid aerei della sua aviazione", anche perché "l'Isil controlla gran parte della strada che congiunge Baghdad a Mosul. Il governo - precisa - non è riuscito ancora a recuperare il controllo di Tikrit, che dista 200 chilometri da Mosul". In tal senso, "una mobilitazione militare via terra risulta essere molto difficile".
Le autorità provinciali hanno chiesto "rinforzi da parte del governo centrale dopo la caduta di Mosul, ma non è arrivato nulla" e questo "rende la situazione molto complicata", spiega Nujayfi. "Facciamo affidamento sulle soluzioni politiche, piuttosto che su quelle militari, affidando ad alcune fazioni il compito di combattere l'Isil", continua il governatore. L'obiettivo è arrivare "a una situazione politica accettabile per il cittadino" che sia una vera alternativa a quella precedente, "quando la gente non interagiva con l'esercito e non lo sosteneva", sottolinea. (segue)
