Alcune ambasciate in Iraq sono responsabili di "cospirazioni". Lo ha detto il primo ministro iracheno, lo sciita Nuri al-Maliki, commentando la crisi nel nord del paese, dove da inizio giugno è in corso l'offensiva jihadista dello Stato Islamico (Isil).
"Non dobbiamo aprire la porta ai diplomatici di alcuni paesi che covano l'ambizione di interferire e controllare il popolo iracheno", ha aggiunto Maliki, citato dal sito Almada Press. "Alcune ambasciate sono diventate sedi di incontri", ha affermato il premier, senza far riferimento specifico ad alcun paese straniero.
L'Isil controlla diverse aree del nord dell'Iraq, tra cui Mosul, la seconda città più importante del paese caduta nelle mani dei miliziani sunniti in seguito alla fuga delle forze governative. Da ieri è in corso un'offensiva dell'esercito regolare per riprendere Tikrit.