(Aki) - Il governo iracheno ha minacciato di chiudere l'ufficio di Baghdad di al-Arabiya e di impedire ai suoi corrispondenti e a quelli dell'emittente 'sorella' al-Hadath di lavorare nel Paese. Ieri le autorita' di Baghdad avevano oscurato i social media, affermando che si trattava di una mossa per spegnere l'azione propagandistica dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante.
L'avvertimento del primo ministro Nuri al-Maliki ad al-Arabiya giunge comunque mentre nel Paese cresce il numero di esponenti politici che chiedono le sue dimissioni e la formazione di un governo di transizione. Tra questi Sheikh Ali Hatem, leader della tribu' Al-Dalim, che ha chiesto ai partiti politici in Parlamento di ritirare la fiducia a Maliki e garantire la formazione di un governo di transizione che ''salvi cio' che è rimasto dell'Iraq''. Anche l'analista politico Ahmad al-Abyad, portavoce dell'Alleanza nazionale irachena, ha puntato il dito contro gli Stati Uniti e il governo di Maliki, ritenendoli responsabili della recente crisi irachena. Anche l'ex vice presidente iracheno Tareq al-Hashimi ha chiesto a Maliki di dimettersi e avviare immediatamente la formazione di un nuovo governo.
