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Iraq: per Obama azione Usa condizionata da azione politica Baghdad

16 giugno 2014 | 13.51
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Barack Obama ha ordinato i voli di ricognizione per preparare eventuali raid su le posizioni di militanti in Iraq, ma è convinto che qualsiasi azione militare americana debba essere condizionata da un piano politico teso a sanare le profonde fratture settarie all'interno del paese. Così il presidente, che rientra oggi a Washington dal weekend di vacanza in California, per il quale è stato duramente criticato dai repubblicani, chiederà al primo ministro sciita Nuri Kamal al Maliki cercare di formare un nuovo governo di unità nazionale.

Il compito, quanto mai arduo, sarà quello di lavorare con i curdi per cercare di convincere la sfiduciata minoranza sunnita che il prossimo governo sarà "un alleato e non un nemico", affermano al New York Times fonti della Casa Bianca spiegando la risposta su due binari che il presidente intende dare alla crisi. Obama infatti è convinto che raid militari sui militanti sunniti, in assenza di misure parallele per riformare il governo iracheno, non farebbero altro che consegnare maggiormente il paese alle violenze settarie.

Già nel 2010 Obama aveva cercato, senza successo, di portare avanti un'iniziativa per convincere Maliki ad un governo condiviso con la leadership sunnita. Come non hanno avuto grande esito altre iniziative, sempre degli americani, per convincere Baghdad ad integrare le tribù sunnite occidentali nel sistema di sicurezza nazionale, garantendo ai loro miliziani le stesse indennità concesse, in caso di morte, ai familiari dei militari iracheni.

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