(Aki/Washington Post) - La ritirata dell'esercito iracheno a vantaggio dei jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante dimostra il fallimento dell'addestramento militare fornito dagli Stati Uniti e del governo del primo ministro iracheno Nuri al-Maliki. Di gran lunga superiori dal punto di vista numerico e delle armi in dotazione rispetto ai miliziani, l'esercito di Maliki ha abbandonato il nord del Paese permettendo ai jidadisti di conquistare prima Mosul e poi di marciare verso Baghdad. Gli ex funzionari americani che hanno guidato l'addestramento militare dei soldati iracheni imputano questo fallimento a Maliki in persona, affermando che ha eliminato dall'esercito alcuni dei suoi leader piu' capaci. Ora, secondo l'ex funzionario militare americano Derek Harvey, l'unica domanda che si possono fare i soldati che subiscono un attacco è ''Voglio morire per Maliki?''.
Invece di concentrarsi sull'addestramento e l'equipaggiamento militare, il primo ministro ha ''usato tutti i suoi mezzi per colpire gli avversari politici'', ha detto Emma Sky, consulente di primo piano dei generali americani durante l'occupazione americana dell'Iraq. ''Maliki ha cercato di consolidare il potere e proteggere il suo regime. I suoi avversari lo temono e non si fidano'', ha detto. In particolare lo sciita Maliki ha isolato i leader tribali sunniti nel nord e nell'ovest dell'Iraq che hanno contribuito a cambiare il corso della guerra nel 2007 quando hanno combattutto le fazione di al-Qaeda appoggiando i militari americani. (segue)
