(Aki) - E' una rivoluzione contro il governo sciita guidato dal premier Nuri al-Maliki quella avviata in Iraq dai miliziani dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil). A definirla così è l'influente Unione degli Ulema sunniti, che definisce i jihadisti guidati da al-Baghdadi come ''rivoluzionari''. La ''rivoluzione'' deve essere attuata nel Paese, si legge in un comunicato postato sul sito ufficiale, e la popolazione va rassicurata sul fatto che è sana e salva. Solo dopo si potranno stabilire nuove regole in base alla sharia, la legge islamica.
Gli Ulema chiedono poi ai miliziani di rilasciare i 49 cittadini turchi rapiti a Mosul in seguito all'assalto al consolato di Ankara, tra cui il console e i figli dei dipendenti. L'Isil, scrivono gli Ulema, deve risolvere la questione degli ostaggi turchi prima che diventi piu' complicata affermando che un loro rilascio verrebbe visto come un gesto positivo dai Paesi vicini. ''Uno dei problemi di questa rivoluzione è il rapimento di cittadini turchi e il raid al consolato turco. Non importa quale sia la ragione di questo gesto, ma si tratta di un'azione che va contro la rivoluzione e il popolo iracheno - recita il comunicato - Puo' essere usato contro la rivoluzione e la nostra stessa gente dalla comunita' internazionale''.
Le minoranze nella regione devono essere trattate bene, proseguono gli Ulema, affermando che i rituali e le diverse religioni devono essere rispettati. Riferendosi alla richiesta dell'Isil che le donne devono vestirsi ''in modo decente'' e di uscire solo se necessario a Mosul, gli Ulema hanno detto all'Isil di non avere fretta a imporre nuove regole.