i 3 militari i corpi degli ultimi ostaggi restituiti a Israele: tra loro il colonnello Asaf Hamami. Media: Netanyahu non permetterà passaggio sicuro 200 terroristi
Hamas avrebbe iniziato ad accettare l'idea di consegnare le sue armi pesanti come parte dell'accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Lo ha detto al quotidiano saudita Asharq Al-Awsat l'imprenditore palestinese-americano Bishara Bahbah, che ha contribuito a mediare con Hamas per la tregua.
Secondo il mediatore, Washington avrebbe anche iniziato a mostrare la volontà di accettare l'idea che Hamas ceda solo le sue armi pesanti, nell'ambito del concetto più ampio di disarmo del gruppo che appare nel piano della Casa Bianca per porre fine alla guerra di Gaza. Bahbab sottolinea di aver parlato con alti funzionari statunitensi, che avrebbero affermato che esiste la possibilità che ad Hamas venga consentito di conservare armi leggere "per autodifesa".
Sono di tre soldati presi in ostaggio - il colonnello Asaf Hamami, il capitano Omer Neutra e il sergente maggiore Oz Daniel - i corpi sono stati restituiti a Israele da Hamas la scorsa notte, Lo hanno riferito i rappresentanti militari israeliani che hanno informato le famiglie dopo il completamento delle operazioni di identificazione da parte degli esperti forensi.
"Il governo di Israele condivide il profondo dolore delle famiglie Hamami, Neutra e Daniel e di tutte le famiglie degli ostaggi caduti", afferma l'ufficio del Primo Ministro in una nota, aggiungendo che Israele è "determinato, impegnato e sta lavorando instancabilmente" per riportare indietro tutti gli otto ostaggi deceduti per la sepoltura e che Hamas è "tenuta a rispettare i suoi impegni con i mediatori e a restituirli come parte dell'attuazione dell'accordo".
Intanto "squadre della Croce Rossa e agenti dell'ala militare di Hamas sono entrati nel quartiere di Shuja'iyya a Gaza City per cercare i corpi degli ostaggi deceduti", riporta la televisione del Qatar al Arabiya.
Da parte sua Israele ha restituito alla Striscia di Gaza i corpi di 45 palestinesi, portando a 270 il totale dei corpi consegnati nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco. Lo riferisce il ministero della Sanità dell'enclave, controllato da Hamas.
L'intesa mediata dal presidente americano Donald Trump prevede la restituzione, da parte d'Israele, di 15 palestinesi per ogni israeliano deceduto riconsegnato da Hamas.
"Il primo ministro non permetterà il passaggio sicuro di 200 terroristi di Hamas", ha riferito una fonte politica ai media israeliani, aggiungendo che Netanyahu mantiene "la sua ferma posizione sul disarmo di Hamas e sulla smilitarizzazione della Striscia, contrastando al contempo le minacce terroristiche contro le nostre forze". La dichiarazione segue l'annuncio di ieri secondo cui Israele prenderebbe in considerazione una proposta dei paesi mediatori per consentire ai militanti di Hamas di uscire in sicurezza dalle zone della Striscia di Gaza sotto il controllo israeliano.
Le Idf hanno ucciso diversi militanti che avevano attraversato la Linea Gialla, che delimita la zona del ritiro dell'esercito, e si erano avvicinati alle truppe nella Striscia di Gaza meridionale nelle prime ore di questa mattina. Lo ha reso noto l'esercito israeliano. Gli uomini avevano "rappresentato una minaccia immediata" per le forze di stanza nella zona, afferma l'Idf, aggiungendo che poco dopo essere stati identificati, l'aeronautica militare israeliana li ha colpiti e uccisi "per rimuovere la minaccia". Le Idf aggiungono di rimanere dispiegate a Gaza "in conformità con l'accordo di cessate il fuoco e continueranno a operare per rimuovere qualsiasi minaccia immediata".
L'ex avvocata generale delle Forze di difesa israeliane, Yifat Tomer-Yeroushalmi, è stata arrestata nell'ambito di un'indagine sulla divulgazione di un video relativo a violenze contro detenuti palestinesi da parte di soldati israeliani in un carcere di massima sicurezza. Ad annunciarlo è stato il ministro della sicurezza nazionale del governo israeliano. Dopo aver annunciato le sue dimissioni venerdì, l'ex procuratrice è improvvisamente scomparsa ieri, scatenando speculazioni sulla stampa su un possibile tentativo di suicidio, quindi è stata arrestata dalla polizia.
In un messaggio su Telegram, il ministro Itamar Ben Gvir ha annunciato oggi che "alla luce degli eventi della scorsa notte è stato concordato che il servizio penitenziario agirà con maggiore vigilanza per garantire la sicurezza della detenuta nel centro di detenzione in cui è stata presa in custodia".
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è "un ragazzo di grande talento" e "il tipo di persona di cui c'era bisogno in Israele". Lo ha detto in un'intervista rilasciata al programma '60 Minutes' della Cbs, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, aggiungendo che "non credo che lo trattino molto bene. È sotto processo per alcune cose, e... penso che dovremmo... sai, noi... saremo coinvolti per aiutarlo un po', perché penso che sia molto ingiusto."
Non è la prima volta che il presidente degli Stati Uniti chiede un intervento nel processo in corso a Netanyahu, accusato di corruzione, frode e abuso di ufficio. Il 13 ottobre, nel suo discorso alla Knesset dopo l'annuncio di un accordo di cessate il fuoco, Trump ha chiesto al presidente israeliano Isaac Herzog di perdonare Netanyahu, affermando: "Questo è stato uno dei più grandi presidenti in tempo di guerra... a chi diavolo importa di queste accuse?"
A fine giugno, in seguito alla guerra tra Israele e Iran, Trump ha chiesto a Israele di annullare il processo a Netanyahu, definendolo una "caccia alle streghe".
"Vanno incoraggiati gli sforzi e i risultati sinora ottenuti. Siamo già presenti con militari e diplomatici nel Cmcc, il centro aperto dagli americani e da Israele per far avanzare la tregua e la stabilizzazione della Striscia. Domani una nostra delegazione (militari e diplomatici) sarà nella regione per nuovi incontri e per preparare la conferenza sulla ricostruzione di metà novembre del Cairo, per la quale l'Italia è paese co-organizzatore assieme all'Egitto. In questo processo vengono coinvolti i Paesi del mondo arabo perché l'obiettivo finale è pacificare l'intera regione e creare condizioni di sviluppo e progresso". Lo ha detto in un'intervista al Mattino il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando della tregua a Gaza.