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Istat: disoccupazione 2017 cala all'11,2%

13 marzo 2018 | 10.34
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Nel 2017 è continuata la riduzione del numero dei disoccupati (-105 mila, -3,5%), più intensa rispetto al 2016, dovuta agli ultimi tre trimestri dell’anno, e questo andamento ha portato a un calo del tasso di disoccupazione di 0,5 punti (dall’11,7% del 2016 all’11,2 del 2017). Lo evidenzia l'Istat nel suo rapporto sul mercato del lavoro, spiegando come il calo della disoccupazione riguarda sia le persone in cerca di lavoro da almeno 12 mesi (-46 mila, -2,7%) sia, a ritmi più intensi, i disoccupati di breve durata. Per tale ragione - continua l'istituto - aumenta l’incidenza delle persone in cerca di lavoro da almeno un anno sul totale disoccupati (57,8%, +0,5 punti).

Inoltre nel 2017 il numero di inattivi diminuisce per il quarto anno consecutivo ma in misura meno marcata dell’anno precedente (-242 mila, -1,8%). Il calo interessa soprattutto le forze di lavoro potenziali (-213 mila, -6,4%). Nel 2017, per il terzo anno prosegue la riduzione, sostenuta, del numero degli scoraggiati (-104 mila, -6,0%).

Il 2017 "si caratterizza per un nuovo aumento dell'occupazione" che cresce per il quarto anno consecutivo (+1,2%, 265 mila) mentre il tasso di occupazione sale al 58,0% (+0,7 punti), sebbene rimanga 0,7 punti al di sotto del picco del 2008, sottolinea l'Istat. L'aumento continua a interessare soltanto i lavoratori alle dipendenze (2,1%, +371 mila) e torna a riguardare quasi esclusivamente quelli a tempo determinato (+298 mila in confronto a +73 mila permanenti).

L'istituto evidenzia come "da sette anni prosegue la diminuzione del numero di lavoratori indipendenti (-105 mila, -1,9%), più intensa rispetto al 2016". Inoltre per il terzo anno cresce il lavoro a tempo pieno, in maniera più forte rispetto al recente passato (+231 mila, +1,3%); si attenua invece la crescita del part time (+34 mila, +0,8%) che per la prima volta non riguarda la componente involontaria: l'incidenza del part time involontario scende al 61,0% (-1,6%) sul totale del tempo parziale e all'11,4% sul totale degli occupati (-0,3 punti).

In una analisi per fasce di età emerge come prosegua per il secondo anno l'aumento del numero degli occupati di 15-34 anni (45 mila, +0,9%) a cui si associa la crescita del tasso di occupazione a un ritmo analogo a quello dell'anno precedente (+0,7 punti). Invece per i 35-49enni alla riduzione del numero di occupati si accompagna l'aumento del tasso di occupazione (+0,6 punti). Persiste infine la crescita dell'occupazione e del relativo tasso per gli ultracinquantenni. La riduzione della disoccupazione è più forte per i più giovani in confronto ai 35-49enni mentre per gli ultra 50enni aumenta sia il numero di disoccupati sia il tasso di disoccupazione.

Nel 2017, aggiunge l'Istat, l'occupazione è aumentata più per le donne, sia nei livelli (+1,6% rispetto a +0,9% degli uomini) che nel tasso (+0,8 e +0,6 punti, rispettivamente). La riduzione della disoccupazione e del relativo tasso riguarda invece più gli uomini (-4,8% e -0,6 punti) in confronto alle donne (-2,0% e -0,4 punti) mentre il calo dell'inattività è più consistente per la componente femminile.

A livello territoriale la crescita dell'occupazione è simile in tutte le ripartizioni mentre il calo della disoccupazione è più intenso nelle regioni settentrionali (-8,0% contro -3,7% nel Centro e -0,5% nel Mezzogiorno). La riduzione del numero di inattivi e del tasso di inattività è lievemente più forte nel Mezzogiorno; peraltro nel Nord e nel Centro il calo del tasso di inattività riguarda soltanto le donne mentre nel Mezzogiorno entrambe le componenti di genere.

Nel 2017 l'Istat ha registrato inoltre tra gli stranieri una maggiore crescita del tasso di occupazione (+1,1 punti in confronto a +0,7 gli italiani) e un calo più accentuato del tasso di disoccupazione (-1,0 rispetto a -0,4 punti). Nel quarto trimestre 2017 il tasso di occupazione per gli italiani si attesta al 57,9% mentre per gli stranieri è al 60,5% (con un livello record per i maschi al 73,2%). Il tasso di inattività per gli stranieri scende più tra gli uomini e per gli italiani più tra le donne.

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