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Istigazione all'odio razziale su Facebook, imputazione coatta per Candiani

12 ottobre 2020 | 13.25
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La decisione del gip di Catania nei confronti del senatore leghista e dell'assessore Fabio Cantarella dopo la denuncia presentata dall'Associazione Rita Atria

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il Gip di Catania, Giuseppina Montuori, ha disposto l'imputazione coatta per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di istigazione razziale, etnica e religiosi nei confronti di due esponenti della Lega, il senatore Stefano Candiani e l'assessore comunale Fabio Cantarella. La Procura aveva chiesto l'archiviazione, perché "il fatto non sussiste o comunque non costituisce reato", e l'associazione antimafia Rita Atria, con l'avvocato Goffredo D'Antona, si era opposta dopo avere denunciato la pubblicazione su Facebook di un video in cui i due descrivevano il rione San Berillo come la "patria dell'illegalità", un "quartiere in mano agli immigrati clandestini" dove "regnano spaccio, contraffazione e prostituzione".

La Procura ha stralciato la posizione di 14 indagati per lo stesso reato tra coloro che hanno commentato da diverse città italiane il video con frasi riferite ai migranti come 'metterli nei forni compresi i Ds', 'è bello l'odore del Napalm al mattino', 'alle docce', 'maledetti clandestini', 'buttateli a mare da dove sono venuti', 'vai con la ruspa' e 'ci vuole il lanciafiamme'. Secondo il Gip di Catania "le ragioni esposte dalla Procura nella richiesta di archiviazione non trovano conferma nelle condotte materialmente tenute dai due indagati e nell'attività di indagine espletata e non possono essere condivise - a parere di questo giudice - in base al concetto che la giurisprudenza hanno reso'" del reato contestato. La Procura di Catania, adesso, entro 10 giorni dovrà formulare l'imputazione coatta nei confronti di Candiani e Cantarella.

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