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Italian-Americans, un secolo di emigrazione presentato a Villa Taverna

05 novembre 2014 | 14.55
LETTURA: 3 minuti

Nella residenza dell'ambasciatore Usa Phillips le immagini del documentario che andrà in onda su Rai Storia / Fotogallery

Italian-Americans, un secolo di emigrazione presentato a Villa Taverna

Dal primo grande esodo dal Mezzogiorno, alla fine del XIX secolo, alla nomina di Antonino Scalia alla Corte Suprema. Oltre un secolo di emigrazione italiana in America raccontato nelle quattro puntate di 'Italo-Americani', il documentario diretto da John Maggio, trasmesso negli Usa dalla rete Pbs e in Italia a partire dall'8 novembre su Rai Storia, ogni sabato alle 21.30. L'opera di Maggio è stata presentata da un ospite d'eccezione, l'ambasciatore Usa John Phillips, che per l'anteprima ha aperto insieme alla consorte Linda Douglass i cancelli della sua residenza di Villa Taverna, a Roma. ( Fotogallery )

Non poteva non ricordare le sue origini italiane, l'ambasciatore Phillips, nella breve introduzione che ha preceduto la proiezione. Le quattro puntate di 'Italo-Americani susciteranno "molti ricordi in molte persone", tra chi ha avuto parenti che hanno lasciato l'Italia perché all'inizio del secolo scorso "la vita era disperata", o tra chi, dall'America, "terra di opportunità" per milioni di immigrati, ha ascoltato i racconti di chi lasciò l'Italia, "un Paese bellissimo", che all'epoca non sapeva offrire "cibo sufficiente" a tutti i suoi figli.

Intere generazioni di italiani d'America hanno pagato un prezzo altissimo nella lunga strada dell'integrazione e del successo, come racconta Maggio, anch'egli presente a Villa Taverna, nei quattro capitoli della sua saga. "La Famiglia", "Diventare americani", "Americani leali", "Il sogno americano", sono i passaggi che scandiscono una storia che parte dal Risorgimento e approda fino alla speranza, ancora inespressa, di un presidente italo-americano.

Forse, il segno che gli italiani d'America si sono finalmente liberati dei vecchi stereotipi, che spesso ne hanno rallentato l'ascesa, sta proprio nel progressivo declino di tante 'Little Italy' sparse per l'America, a cominciare da quella di New York. Gli ex ghetti che si dissolvono lentamente, assorbiti dalla speculazione immobiliare e dall'incalzare di altri gruppi etnici, non sono un segnale di sconfitta, ma di "progresso". Per Maggio "gli italiani forse sono rimasti troppo a lungo nei loro quartieri", ora ne sono usciti, con un po' di nostalgia, per nuotare nel più ampio mare del "mainstream americano".

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