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Agroalimentare: Italmopa, stop accuse su uso frumento duro contaminato

01 marzo 2017 | 10.19
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Agroalimentare: Italmopa, stop accuse su uso frumento duro contaminato

"Italmopa-Associazione industriali mugnai d’Italia, che rappresenta, in via esclusiva, l'industria molitoria italiana, nei due comparti del frumento tenero e del frumento duro, esprime crescente preoccupazione per il ripetersi di articoli denigratori che contengono informazioni palesemente false circa la qualità sanitaria del frumento importato da Paesi terzi". E' quanto si legge in una nota. "In tal senso -sottolinea- si esprime un articolo pubblicato sul sito di Granosalus nel quale figurano affermazioni assolutamente prive di fondamento circa la presunta utilizzazione di frumento duro contaminato di provenienza estera per la produzione di semole destinate prevalentemente all'industria pastaria".

Italmopa ricorda che "le importazioni di frumento, peraltro particolarmente onerose, sono motivate dal deficit della produzione nazionale rispetto alle esigenze quanti-qualitative dell’industria molitoria". "Conformemente a quanto previsto dalla regolamentazione comunitaria -ricorda- il frumento importato, per poter essere immesso nel territorio dell’Unione europea, deve rispettare i medesimi requisiti igienico-sanitari richiesti per i prodotti comunitari, e quindi anche per i frumenti nazionali. I costanti e severi controlli, sia da parte delle competenti autorità di vigilanza, sia da parte delle stesse aziende molitorie utilizzatrici, nell’ambito dei piani di autocontrollo, garantiscono la piena rispondenza del prodotto importato alle normative nazionali e comunitarie, nell’ottica del fine primario della tutela della salute del consumatore".

"E’ falsa e pertanto inaccettabile -rimarca Italmopa- anche l’affermazione secondo cui si ricorrerebbe alla miscelazione tra il frumento di importazione, in particolare proveniente dal Canada, e il frumento nazionale per abbassare il livello di contaminanti (micotossine) in esso presenti, e questo al fine di farlo rientrare nei limiti previsti dalla normativa comunitaria". "Questa operazione -aggiunge- assolutamente vietata dalla regolamentazione vigente in materia, non è in alcun modo effettuata dalle aziende molitorie e pertanto ogni affermazione in tal senso risulta lesiva della loro reputazione e, quindi, passibile di eventuali azioni a tutela nelle competenti sedi giudiziarie".

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