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Iva e nomine: il piano Cottarelli

29 maggio 2018 | 10.14
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Carlo Cottarelli (Afp) - AFP
Carlo Cottarelli (Afp) - AFP

Evitare l'aumento dell'Iva è la sfida principale per il prossimo governo. Sul 2019 pende infatti la spada delle clausole di salvaguardia, la cui sterilizzazione non è ancora stata scongiurata. Ma l'Iva non è l'unico fronte caldo sul quale potrebbe confrontarsi il premier incaricato. Tra i dossier che il governo guidato da Carlo Cottarelli potrebbe trovarsi sul tavolo spiccano quello delle nomine (tra cui quelle di due aziende di peso come Cassa Depositi e Prestiti e Rai), la presentazione della legge di Bilancio e le vicende in sospeso di Alitalia e Ilva.

IVA - Agenda alla mano, il primo dossier che il nuovo governo dovrà affrontare riguarda l'Iva. Se dovessero scattare le clausole di salvaguardia, oltre al conseguente aggravio per i bilanci delle famiglie e un calo dei consumi si verificherebbe un effetto depressivo sulla produzione e un peggioramento dei livelli occupazionali. Per evitare l'aumento dell'Iva il prossimo governo dovrà trovare 12,5 miliardi di euro per il 2019 e 19,1 miliardi di euro per il 2020. Il nuovo esecutivo dovrà riuscire ad arrivare almeno a dicembre per approvare una manovra in grado di limitare o impedire l'aumento dell'Iva o comunque di accompagnarlo con misure che ne bilancino le implicazioni negative.

Nel caso in cui non ci fosse un governo in autunno in grado di approvare la manovra, scatterebbe l'esercizio provvisorio. A quel punto le clausole di salvaguardia sarebbero inevitabili. In un tale scenario, a partire dal primo gennaio 2019 l'aliquota ordinaria passerebbe dal 22 al 24,2%, mentre quella ridotta salirebbe dal 10 all'11,5%. Negli anni successivi la situazione potrebbe peggiorare, fino a portare l'Iva ordinaria al 25% nel 2021 e quella agevolata al 13% nel 2020.

NOMINE - Capitolo nomine, nelle prossime settimane l'esecutivo dovrà rinnovare diverse caselle. Si parte dai vertici di due aziende di peso, Cassa Depositi e Prestiti e Rai. Un appuntamento che, visti i recenti sviluppi politici appare ora incerto. Secondo quanto ipotizzano fonti vicine al dossier, potrebbero essere vagliate più opzioni, come quella di mantenere l'assemblea aperta.

Nel risiko delle nomine c'è poi il rinnovo del vertice Rai, guidato dal tandem Monica Maggioni-Mario Orfeo che conclude il mandato. La procedura per il rinnovo è già partita e con la nuova legge la scelta del cda è rimessa al Parlamento. Ma l'indicazione del direttore generale e del presidente spetta al governo. Oltre a Cdp e Rai, sono da rinnovare anche i vertici di Gse e Sogei.

ILVA - Tra le scadenze che si troverà sul tavolo il nuovo governo c'è poi la questione Ilva. Entro il 30 giugno Mittal deciderà se chiudere l'acquisto di Ilva o recedere. Sulla 'nuova Ilva' pesa poi il muro contro muro sugli esuberi annunciati dal gruppo, dopo la sospensione del tavolo con i sindacati.

ALITALIA - Nell'agenda del premier c'è infine la vicenda di Alitalia, per la quale il Cdm ha di recente prorogato fino a ottobre i termini per la vendita passando di fatto la palla al nuovo esecutivo, che troverà anche questo 'dossier' sul suo tavolo.

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