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J'accuse ragazzi Cinema America: "Noi sotto ricatto dei distributori". Anica: "Fake news"

09 giugno 2020 | 15.07
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La denuncia degli organizzatori del cinema in piazza: "Stanno effettuando un 'blocco' sul mercato al fine di costringerci a rendere gli eventi a pagamento per i cittadini". La replica: "Falsità gravissime, immediata e formale smentita o ci saranno conseguenze"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Cari amici, siamo sotto ricatto. Scriviamo questo appello per chiedere aiuto a ciascuno di voi. Ci stanno costringendo ad annullare la stagione estiva de Il Cinema in Piazza. Un’iniziativa che era sopravvissuta a Virginia Raggi nel 2018, alle aggressioni fasciste nel 2019 e quest’anno anche alla pandemia. Il motivo? La lobby dei distributori e delle catene di multiplex sta bloccando le concessioni dei film perché da tre anni vuole costringerci a rendere l’evento a pagamento".

E' l'accorato post scritto su Facebook dai Ragazzi del Cinema America di Roma ('Piccolo Cinema America' di Valerio Carocci) che insieme ad altre organizzazioni italiane per la divulgazione del cinema gratuito (il Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio - Scendi c’è il Cinema di Milano, Il FurgonCinema delle aree terremotate del Centro Italia e La Guarimba della Calabria denunciano pubblicamente), hanno diffuso anche una nota congiunta in cui denunciano che "le più importanti case di distribuzione italiane, tra cui 01 di proprietà Rai, stanno effettuando un 'blocco' sul mercato al fine di costringere gli organizzatori a rendere i loro eventi a pagamento per i cittadini. L’Anica, associazione di categoria di distributori e produttori cinematografici, presieduta dall'ex sindaco di Roma ed ex Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli - dichiara Valerio Carocci del Piccolo Cinema America di Roma - da più di due anni dà indicazioni scritte ai distributori italiani e alle agenzie estere di non concedere film per proiezioni a ingresso gratuito sul territorio italiano, nonostante queste riguardino esclusivamente titoli che hanno già concluso il loro periodo di sfruttamento commerciale in sala e già presenti in chiaro in TV, PayTv, Streaming e Dvd".

"I nostri eventi – continua Carocci - sono gratuiti per chi ne fruisce, ma non per l’industria cinematografica, alla quale abbiamo sempre pagato le concessioni a proiettare. Di fatto, noi (con i nostri partner e sponsor) offriamo il biglietto al pubblico, ma quel biglietto viene pagato all’industria cinematografica. Quest’anno con le altre realtà abbiamo richiesto 263 film differenti, ottenendo 235 risposte negative". "Non proiettando opere presenti in sale e arene a pagamento – prosegue Lorenzo Montesi Pettinelli del FurgonCinema, che porta i film nelle aree terremotate - non è possibile accettare l’idea che la fruizione gratuita sia concorrenziale con quella a pagamento, per non parlare dei contesti dove il cinema non arriva più". "Rivendichiamo il nostro lavoro, portato avanti spesso a titolo volontario, come un servizio pubblico che rende possibile l’accesso alla cultura a ogni cittadino, di ogni ceto sociale in qualunque territorio – continua Fabrizia Parini del Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio di Milano - proiettando quei film, nel nostro piccolo, siamo convinti di dare nuovo valore di mercato a opere datate o indipendenti, le riportiamo sul grande schermo e contribuiamo a creare un’educazione cinematografica".

"Detto in altre parole – aggiunge Giulio Vita de La Guarimba' di Amantea in Calabria - contribuiamo anche agli interessi di quelle lobby che oggi ci fanno la guerra, ma che non hanno (o non vogliono avere) la lungimiranza di capire che non siamo noi il problema dello svuotamento delle sale cinematografiche. Anzi, con noi il pubblico riscopre la bellezza della visione collettiva del cinema sul grande schermo, esce di casa, vive e apprezza la differenza rispetto allo streaming". "L’industria cinematografica più che osteggiarci dovrebbe sostenerci – dichiarano gli organizzatori assieme - siamo per lei, a costo zero, la sua più grande campagna promozionale. Se ogni restrizione circa l’autorizzazione di opere audiovisive in tutti gli eventi gratuiti d’Italia non verrà immediatamente ritirata – concludono - dichiariamo da subito di essere costretti ad annullare le nostre manifestazioni".

Durissima la reazione dell'Anica che parla di "fake news gravissime" che "se non smentite, porteranno a conseguenze molto serie". Ricordando come l'Anica abbia "sempre guardato con simpatia all'esperienza in piazza San Cosimato, tanto da invitare Carocci alla Conferenza sul rinnovamento delle sale cinematografiche ed esprimere amicizia e sostegno a questo progetto" e come "non esiste un solo atto, in particolare, che possa riferirsi a iniziative di segno opposto da parte di Francesco Rutelli" chiede "un'immediata e formale smentita".

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