di Rossella Guadagnini
"Mentre attraversavo l'Atlantico leggevo 'Se questo è un uomo' di Primo Levi, libro d'esordio in cui il giovane chimico torinese che sarebbe diventato uno dei più grandi scrittore del Novecento raccontava gli undici mesi di prigionia in un campo di concentramento tedesco, da cui sarebbe stato liberato nel 1945". A ricordare così Primo Levi è la scrittrice premio Pulitzer Jhumpa Lahiri, nata a Londra da genitori bengalesi e cresciuta negli Stati Uniti. Attualmente Lahiri vive tra Roma e gli Stati Uniti, dove insegna scrittura creativa all'Università di Princeton.
"Era la prima volta che lo leggevo in italiano, e la verità e la bellezza folgorante di quelle pagine, che trasformano l'incontro di un uomo con l'inferno in un capolavoro della letteratura, hanno cambiato non solo il mio viaggio in aereo, ma la mia stessa esistenza, instillando in me un senso di meraviglia persistente -non saprei come altro definirlo- che tutt'oggi domina la mia nuova libertà di lettrice e di scrittrice".
Lahiri, che ha ricevuto anche il Pen/Hemingway Award negli Usa, dopo aver trascorso alcuni anni a Roma ha scritto diversi testi in italiano (racconti e romanzi) grazie ai quali le è stato conferito il Premio Internazionale Viareggio Repaci nel 2015. Ora è curatrice di un'antologia "Racconti italiani" appena uscita per Guanda, dopo la versione inglese di Penguin Books.
"Porterò questo libro con me a Princeton -spiega all'Adnkronos- per raccontare nel prossimo semestre la cultura italiana agli studenti del mio corso negli Stati Uniti. La raccolta, che comprende anche un racconto di Levi 'Quaestio de Centauris' uscirà in autunno anche negli Usa. Levi è un autore straordinario, come molti dei 40 che ho scelto di riunire in questa antologia. A cosa serve la letteratura -conclude poi la scrittrice- se non ad accogliere chiunque abbia la curiosità e la voglia di affrontarla?".