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Lavoro: Jobpricing, in 1° semestre retribuzioni crescono dell'1,7%

23 settembre 2016 | 17.08
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Lavoro: Jobpricing, in 1° semestre retribuzioni crescono dell'1,7%

Un lavoratore dipendente in Italia - nel primo semestre del 2016 - ha percepito una Ral (retribuzione annua lorda) media di 29.176 euro. Un dato in crescita dell'1,7% e in linea con quanto rilevato dall'Ocse nel 2015, che ci colloca al 9° posto tra i 15 Paesi della zona Euro, nella stessa posizione dell’anno precedente. Ma l'elevata incidenza del cuneo fiscale italiano fa sì che, considerando la retribuzione netta, l’Italia scivoli alla fine della graduatoria.

E' quanto emerge dai dati dell'osservatorio JobPricing. Secondo l'indagine quasi il 95% degli occupati dipendenti di aziende private sono inquadrati come operai o impiegati, l’1,3% ha la qualifica di dirigente con una Ral media di 103.205 euro e il 4,2% è un quadro e percepisce in media 53.667 euro (secondo una rielaborazione dell’Osservatorio JobPricing dell’indagine sulle Forze di Lavoro dell’Istat).

Gli impiegati guadagnano 30.953 euro, rispetto alla busta paga degli operai che si aggira intorno ai 24.382 euro. Resta tutto sommato confermato il divario per cui un dirigente guadagna oltre 4 volte un operaio, 3 volte un impiegato e circa il doppio di un quadro. Anche se, al netto della tassazione, su 13 mensilità un dirigente guadagna mensilmente un netto pari a 3 volte un operaio, per via dell’effetto delle diverse aliquote applicate.

Rispetto al 2015 le retribuzioni rilevate nel primo semestre del 2016 mostrano una crescita dell’1,7%, rispetto alla tendenza dello 0,1% che aveva caratterizzato il 2015. Solo le retribuzioni dei dirigenti subiscono una contrazione, mentre quelle dei quadri, degli impiegati e degli operai beneficiano di un incremento (anche a causa del protrarsi del periodo deflattivo italiano) che si spera sia confermato a fine anno.

Sebbene la componente variabile occupi ancora un ruolo marginale nel pacchetto retributivo medio italiano e comunque in maniera prevalente per le figure manageriali (quadri e dirigenti), quanto osservato dall'Osservatorio JobPricing nel primo semestre sembra conferma la tendenza in atto già nel 2015, con un aumento di lavoratori che percepiscono effettivamente questa quota, portando l’aumento medio delle retribuzioni annue globali (non più la Ral, ma la Ral sommata al variabile) a +2,5%.

Un dato utile a comprendere la distribuzione del reddito da lavoro dipendente mostra che solo il 6,7% degli occupati ha una retribuzione globale superiore a 40.000 euro: la maggior concentrazione (quasi il 70% dei lavoratori) guadagna tra i 23.000 euro e i 31.000 euro: il salto retributivo più significativo nella carriera lavorativa accade nel passaggio tra impiegato a quadro e in quello successivo, a dirigente.

Il 'multiplo retributivo' è l'indicatore impiegato per esprimere la distanza tra la retribuzione del top management e quella delle funzioni aziendali meno pagate: in quest’ottica, per ottenere la Ral di un amministratore delegato sono necessarie 10 Ral di un operaio. Il multiplo sale a 12 quando si considera anche la quota variabile.

Le differenze retributive territoriali del primo semestre 2016 confermano la situazione tipica italiana, con i lavoratori occupati nel Nord che guadagnano circa il 4,4% in più rispetto ai lavoratori del Centro Italia e quasi il 18% in più rispetto a quelli del Sud e Isole, con la Lombardia sempre sul podio, a prescindere dall’inquadramento considerato (dirigente, quadro, impiegato o operaio).

I macro-settori che retribuiscono di più sono i servizi finanziari (banche, assicurazione e società finanziarie), seguiti da utilities, industria e commercio, sopra la media nazionale; al di sotto troviamo invece le retribuzioni dei servizi, dell’edilizia e dell’agricoltura (le ultime due a causa anche della forte componente operaia).

L’approfondimento per inquadramento mostra che il settore industriale e delle utilities primeggiano a prescindere dall'inquadramento, mentre il settore dei servizi si posiziona sempre negli ultimi posti. Altre dinamiche di rilievo che hanno caratterizzato il primo semestre 2016 si registrano nel settore edilizio che segna un +2,6% nelle retribuzioni medie e all’opposto l’agricoltura segna un -2,0%.

Gli uomini, nel primo semestre 2016, percepiscono l’11,6% in più in busta paga rispetto alle donne, con un divario che aumenta sensibilmente nell’inquadramento impiegatizio, caratterizzato per giunta da una maggiore componente femminile.

La differenza retributiva di genere sembra tuttavia attenuarsi leggermente rispetto ai valori registrati nel 2015 (dove il valore medio osservato era pari al 12,2%) e questo è vero per tutti e 4 gli inquadramenti considerati.

Un altro segnale positivo è dato dal generation gap, inteso come differenza di retribuzione percepita al crescere dell’età anagrafica del lavoratore. Nel 2015 il dato rilevato era di 67,8%, a favore di un 66,5% riscontrato nel primo semestre del 2016.

La retribuzione cresce inoltre con incidenza maggiore nelle fasi iniziali della carriera lavorativa: prendendo ad esempio gli impiegati e facendo un raffronto con l’anno precedente, si rileva una differenza rilevante fra classi anagrafiche, dove il trend migliora all'abbassarsi della fascia d'età analizzata, con gli under 24 che presentano una retribuzione superiore a quella del 2015 del 2.4%, e all'opposto gli over 65 che presentano un leggero calo (-1.1%).

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