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Jobs Act: da cessione ferie a reperibilità, da consulenti lavoro istruzioni uso

12 ottobre 2015 | 16.35
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Jobs Act: da cessione ferie a reperibilità, da consulenti lavoro istruzioni uso

Pari opportunità, cessione ferie e permessi, comunicazioni, collocamento gente di mare, lavoro estero e reperibilità dei lavoratori. A pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo 151, attuativo del Jobs act, arrivano le istruzioni per l’uso. E’ stata diffusa oggi, infatti, la nuova circolare della Fondazione Studi del Consiglio nazionale dei consulenti del Lavoro che analizza il provvedimento sulle 'semplificazioni', anche se in alcuni casi le procedure comportano nuovi adempimenti per datori di lavoro e professionisti.

Tra le novità più importanti, spiegano, "la previsione che obbliga alla trasmissione telematica alla direzione territoriale del lavoro competente dei contratti collettivi di secondo livello qualora si intenda fruire di benefici contributivi e di altre agevolazioni connesse alla stipula". "Diverse misure -precisa la Fondazione Studi- sono rinviate a decreti attuativi quali il Libro unico del lavoro e il completamento del processo di unificazione, standardizzazione e informatizzazione delle comunicazioni inerenti i rapporti di lavoro. Ancora, parte la cessione di ferie e permessi dei lavoratori".

In buona sostanza, sottolinea, "i lavoratori potranno cedere a loro colleghi una quota per assistere figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitano di cure costanti. Misura, condizioni e modalità̀ per l’effettiva possibilità̀ di disporre la cessione sono affidate ai contratti collettivi. C'è, poi, l’analisi delle novità̀ in materia di pari opportunità"̀.

“Telematizzare i processi informativi e di comunicazione -spiega Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro- è un'attività che dovrebbe portare a un'ampia e più efficace interlocuzione. Non può essere invece utilizzata per chiudersi e schermarsi dietro un indirizzo email da cui far partire risposte istituzionali sì ma anonime.

"Telematizzare i processi -sostiene- non può voler dire impedire il contatto fisico tra gli utenti e la Pa. Anzi, tutt'altro. L'innovazione deve portare benefici e non complicare i rapporti; e questo dipende esclusivamente dagli attori, da coloro che a valle devono applicare le norme. Così come -continua Rosario De Luca- la tenuta con modalità telematica del Libro unico del lavoro, norma di principio prevista dal decreto semplificazione, non può tramutarsi in una mera trasmissione telematica dello stesso alla luce della normativa vigente in materia".

"Ma la domanda -fa notare- che utenti e cittadini si pongono è sempre la stessa: innovazione sì, ma con costi e oneri a carico di chi? Che l'innovazione tecnologica sia un valore aggiunto non c'è dubbio; ma che la debbano pagare sempre e solo i professionisti con le proprie strutture su questo non ci si può trovare d'accordo”.

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