cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 05:52
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Jobs Act: l'esperto, bene restyling mercato lavoro ma penalizza imprese

07 ottobre 2015 | 16.14
LETTURA: 3 minuti

Un momento del Forum
Un momento del Forum

"Il restyling del mercato del lavoro con il Jobs Act va bene, anche se penalizza un po' le imprese". A dirlo a Labitalia Gianluca Donati, senior partner studio Donati, in occasione del forum organizzato in partnership con Adp, nella sede del Palazzo dell'Informazione Adnkronos, 'Gli ultimi Jobs Act, completata la riforma del mercato del lavoro'.

"Il legislatore -spiega- è entrato in una fase di riordino di quelli che sono gli ammortizzatori sociali più usati, accorpando in un testo unico tutte quelle precedenti normative che venivano originariamente dal 1975. Nel frattempo, infatti, il mondo del lavoro è cambiato, si è evoluto e le esigenze sono molte di più, quindi bene ha fatto a riordinare tutta la normativa in un singolo decreto legislativo".

"Il problema è che -fa notare- forse sono state un po' penalizzate le imprese dal punto di vista dei costi e delle procedure. Hanno, infatti, ristretto i tempi per le comunicazioni per la presentazione delle domande. Forse non era il caso di penalizzare le imprese, con il contributo addizionale del 9% che può arrivare al 12 o addirittura al 15%, dal momento che se un'impresa chiede cassa integrazione è perché evidentemente sta in difficoltà. Mi sembra un appesantimento, ma il legislatore lo ha voluto così e noi non facciamo altro che applicarlo".

Tiziana Serrani, socio dello studio legale Pessi e associati, sottolinea invece l'aspetto del Jobs Act legato alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro. "L'obiettivo -precisa- è quello di estendere il più possibile le tutele che già esistono per favorire sia il rapporto tra la madre e il padre con il neonato sia il rapporto dei genitori con i figli anche nella fase di crescita".

"Ci sono anche interventi interessanti -osserva Serrani- per quanto riguarda il telelavoro, per consentire ai genitori di stare più tempo con i figli. C'è poi una norma a tutela delle donne vittime di violenza di ogni genere, che prevede periodi di sospensione dal lavoro per coloro che seguono percorsi di recupero".

"L'unica nota critica -avverte- è la temporaneità del decreto, perché parliamo di provvedimenti che al 31 dicembre 2015, nella maggior parte dei casi, non avranno più efficacia a meno che il governo non trovi strumenti per finanziare ulteriormente la disciplina".

Le misure previste per il 2015 dal decreto legislativo in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sono effettivamente diventate strutturali con l'approvazione in via definitiva il decreto di riforma degli ammortizzatori sociali. Il decreto prevede, infatti, all'articolo 42 comma 2, la copertura in modo permanente dei relativi oneri, quantificati a regime in circa 140 milioni di euro l'anno.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza