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"Johnny Lo Zingaro era sul mio taxi", l'ultima traccia a Genova

01 luglio 2017 | 13.00
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Le ultime tracce di Mastini, ergastolano in semilibertà, passano da Genova. E' qui che ieri un tassista lo ha riconosciuto: era lui il passeggero che aveva trasportato intorno alle 12 fino alla stazione ferroviaria di Brignole. Da qui in poi le tracce del 57enne evaso si perdono nel nulla, mentre si sondano diverse piste che portano a Roma, la città dove in gioventù ha vissuto Mastini, oppure verso la Francia. La foto segnaletica lo ritrae con i capelli corti, brizzolati. Una camicia a quadri e pantaloni scuri. Le forze dell'ordine di tutta Italia sono impegnate nelle ricerche di Giuseppe Mastini,  alias 'Johnny Lo Zingaro', pluriomicida condannato all'ergastolo in fuga da ieri, mentre, in semilibertà dall'agosto scorso, si recava al lavoro da Cuneo in Liguria.

Chi è Johnny lo Zingaro, il bandito che terrorizzò Roma negli anni '70 e '80

Mastini ieri è uscito dal carcere di Fossano nel cuneese diretto a Cairo Montenotte, in provincia di Savona. Un viaggio di routine da novembre scorso, cioè da quando ha iniziato a svolgere piccoli lavoretti all'interno della sede della scuola della polizia penitenziaria. A coordinare le ricerche oltre agli agenti dell'istituto circondariale di Fossano del comandante Eraclio Stefano Seda, di concerto le altre forze dell’ordine.

"L'ultima volta che l'ho sentito risale a tre settimane fa circa, ci eravamo parlati delle prossime iniziative da intraprendere" ha detto all'Adnkronos Enrico Ugolini, l'avvocato di Giuseppe Mastini conosciuto come 'Johnny lo Zingaro'. "Era sereno e tranquillo, si trovava bene sia nel lavoro esterno sia nelle attività di volontariato che svolgeva, mi sembrava molto soddisfatto del cammino che stava facendo. Mi auguro ci sia la possibilità di chiarire tutto". "Era in lavoro esterno - precisa il suo legale - io lo seguo da un paio d'anni. I processi risalgono a 30anni fa e adesso stavamo seguendo il percorso che l'ha portato ad usufruire del lavoro esterno ed era nostra intenzione chiedere subito dopo l'estate la semilibertà. La condizione di fatto è simile, la differenza è lo status. Il primo è un provvedimento discrezionale del direttore del carcere con l'autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Il secondo è invece una misura alternativa alla detenzione disposta dal tribunale di sorveglianza".

L'uomo non è nuovo a tentativi di evasione, riusciti. Il suo nome era finito inoltre nell'inchiesta sulla morte di Pierpaolo Pasolini.

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