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Jonas Carpignano: "Con 'Mediterranea' porto i migranti alla Mostra di Venezia"

01 settembre 2015 | 11.43
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Una scena di 'Mediterranea' di Jonas Carpignano
Una scena di 'Mediterranea' di Jonas Carpignano

"Ho fatto questo film per evitare i messaggi e per dare la parola ai migranti, con il desiderio di fare avvicinare il pubblico a queste persone". Così il 31enne regista Jonas Carpignano, spiega all'Adnkronos la genesi di 'Mediterranea', il suo primo lungometraggio che dopo la proiezione a Cannes per la 'Semaine de la Critique', l'11 settembre sbarcherà al Lido di Venezia dove concorre per il premio Lux del Parlamento Europeo nella sezione 'Giornate degli autori' della 72ma Mostra del Cinema. Il film è stato realizzato grazie a una coproduzione internazionale in cui figura anche l'italiana 'Good Film', ed è costato un milione di euro.

"Sono molto contento che si possa proiettare in Italia", dice Carpignano, che lo ha girato tra il deserto della Mauritania e la Calabria, precisamente la piana di Gioia Tauro e Rosarno, la cittadina che nel 2010 fu teatro della rivolta dei braccianti neri. Da quell'episodio è nata in Carpignano l'idea del film e soprattutto la decisione di trasferirsi a vivere lì. "Mi sono lasciato trascinare dalla vita e ho scelto di vivere nella piana di Gioia Tauro", chiarisce il regista italo-afroamericano, figlio di un professore della John Cabott University e di un'afroamericana, e vissuto tra Roma e New York, che sente il tema dei migranti come suo: "Mi appartiene, in un modo o nell'altro".

'Nella piana di Gioia Tauro vivo benissimo, sto una bomba...'

"Qui vivo benissimo, sto 'una bomba' - dice - una situazione che stimola la mia creatività e mi fa concentrare sul mio lavoro. Leggo, sto scrivendo il mio nuovo film, vivo con dei ritmi 'umani' che non esistono in città come Roma, Parigi o New York dove la vita scorre accelerata come su un tapis roulant".

E sulle condizioni di vita dei migranti nel Sud Italia, dice: "Le cose non sono cambiate, la situazione degli africani che stanno qui non cambia. Rispetto alla rivolta di Rosarno c'è però un miglioramento nei rapporti tra i cittadini dei piccoli paesi del Mezzogiorno e i migranti, non ci sono miracoli ma piccoli passi e la gente si sta sempre di più avvicinando a loro che qui trovano una specie di 'ground zero', un punto di partenza della loro avventura di migrazione: al Sud iniziano a lavorare senza documenti per poi arrivare al Nord quando hanno già regolarizzato la loro posizione e cercano un lavoro stabile".

'Nelle sale italiane? Mercato difficile, l'abbiamo venduto dappertutto ma non in Italia'

Poche parole sul dibattito politico: "Non voglio entrare in queste questioni, col mio film - dice - ho solo voluto raccontare la vita dei migranti, in maniera romanzata perché non è un documentario, cercando di fare capire che dietro a questi volti ci sono esseri umani che valgono. E in questo senso - sottolinea - è utile il messaggio lanciato durante l'Angelus di domenica scorsa da Papa Francesco che cerca di fare avvicinare la gente a queste persone. Una cosa importante perché se questo fenomeno resta imprigionato nelle statistiche dei reportage, allora serve a poco".

'Mediterranea' sarà proiettato alla Mostra di Venezia, ma non si sa ancora se arriverà nelle sale italiane: "Siamo riusciti a vendere il film dappertutto ma non in Italia - spiega Carpignano - Il mercato è molto difficile, secondo alcuni la tematica è tosta e il pubblico non vuole vedere questi film, ma per fortuna - conclude - c'è anche chi dice il contrario". Chissà che a Venezia il film del giovane Carpignano non trovi un distributore italiano.

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