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Jonella Ligresti: Nagel disse 'operazione con Unipol va fatta e molto velocemente'

20 novembre 2014 | 19.12
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Jonella e Salvatore Ligresti
Jonella e Salvatore Ligresti

Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente mescolarvi della menzogna, diceva Fedor Dostoevskij. Una frase che sembra calzare a pennello nell'affaire sul ' papello ': i Ligresti da un lato, Alberto Nagel dall'altro e le versioni 'aggiornate' dell'avvocato Cristina Rossello, segretaria del patto di sindacato di Mediobanca e persona di fiducia di entrambi. A distanza di due anni ricostruire quanto accaduto negli uffici Compass il 17 maggio 2012 e nei giorni precedenti non appare facile anche leggendo le migliaia di pagine della chiusura indagine firmata dal pm di Milano Luigi Orsi.

Da un papello senza firma a quello invece dopo il nome Nagel e Salvatore Ligresti sono ben leggibili, quel "patto tra gentiluomini" o "un atto di disponibilità umana", a seconda dei punti di vista, resta ancora per alcuni tratti da chiarire, ma potrebbe costare a entrambi un rinvio a giudizio. Quel presunto accordo segreto è siglato per aggirare, secondo il pm, l'intervento della Consob che aveva posto il veto a eventuali vantaggi alla famiglia Ligresti nel salvataggio di Fonsai; è invece una semplice 'buonuscita' per Jonella Ligresti che si sente vittima di "un'estorsione pura".

E così la primogenita scrive a mano quel papello e lo consegna al padre che negli uffici in Foro Bonaparte incontra il numero uno di Piazzetta Cuccia. "Nagel ci ha subito contestato che mio fratello Paolo remava contro l'operazione con Unipol, sia votando contro nelle riunioni del consiglio, sia trattando con Palladio e Sator. Nagel aggiunse che l'operazione con Unipol andava fatta e molto velocemente", mette a verbale la figlia dell'ingegnere.

"Nagel - aggiunge Jonella ascoltata dal pm di Milano - disegnava uno scenario nel quale questi nostri comportamenti non allineati avrebbero indotto le banche creditrici di Premafin ad escutere i pegni, avrebbero indotto la Procura a far fallire Sinergia ed avrebbero indotto Isvap a commissariare Fonsai. A quel punto mio padre tirò fuori il manoscritto di cui oggi le produco copia, dicendo a Nagel 'capisco tutto, ma noi avevamo degli accordi'".

E aggiunge: "Mio padre si riferiva a quelle clausole del 12 gennaio che erano sostanzialmente riproposte nel mio manoscritto. Nagel gli ha risposto che avrebbe cercato, per quanto nelle sue possibilità, di dare seguito a quegli accordi...Quando sono tornata ho visto che quel documento recava la firma di Nagel e quella di mio padre". Fogli scritti a mano e consegnati alla segretaria del patto di sindacato di Mediobanca che confermerà, prima in una registrazione fatta a di nascosto da Jonella poi al magistrato, l'esistenza di quel documento. Fornirà anche una lettera che avrebbe consegnato, a suo dire, a Nagel il giorno dopo quell'incontro.

"Noi non abbiamo futuro. Ci sbattono fuori e si prendono una compagnia che vale un sacco di soldi a zero. Non ci danno un euro. È un'estorsione, e in più abbiamo azioni di responsabilità, cause..", dice Jonella nel suo sfogo audio e la consegna della copia del papello al pm Orsi è la 'mossa' per frenare un matrimonio con Unipol senza garanzia per i Ligresti. Una 'vendetta' secondo Nagel che li ritiene colpevoli di aver distrutto un gruppo: "questi mi vogliono mettere nei casini, perché sono rimasti a bocca asciutta". Ligresti: 'Nagel firmò patto, con Mediobanca basta la parola'

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