Molti degli studenti kenioti trucidati dal commando di Al Shabaab che ieri ha attaccato l'università di Garissa sono stati uccisi in vere e proprie esecuzioni. E' quanto racconta all'Adnkronos Lennie Bazira, direttrice di Amref Kenya,
Bazira è in contatto con gli operatori della Ong che hanno partecipato, insieme alla polizia, all'esercito e alla Croce Rossa, alle operazioni di recupero dei corpi dei 149 studenti uccisi che ora sono stati trasferiti a Nairobi per il riconoscimento. Sono invece 79 i feriti ricoverati.
"Hanno aiutato a trasferire i corpi dagli ostelli, e poi sull'aereo per Nairobi - ha detto Bazira - sono traumatizzati per quello che hanno visto, alcuni corpi presentano ferite alla testa a distanza ravvicinata come esecuzioni".
La direttrice di Amref Kenya conferma poi che la maggioranza degli studenti uccisi erano cristiani, che erano stati divisi dagli islamici, e sottolinea che vi è ancora una situazione di grande paura e tensione: "ho detto al mio staff di tornare a casa e rimanere a casa", racconta spiegando che da Garissa arrivano notizie di altri attacchi nella contea vicina.
Nell'area circola anche la notizia, ancora non confermata, di un sospetto terrorista che sarebbe stato catturato mentre stava cercando di nascondersi tra gli studenti sopravvissuti.
Un certo numero di studenti del campus, infine, manca ancora all'appello: "Alcuni stanno tornando ora, dopo essere rimasti nascosti nel bush o nei villaggi vicini dopo essere fuggiti durante l'attacco", spiega Bazira.
.jpg)
