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Giappone: Kenzo, le mie bambole omaggio alle vittime di Fukushima

11 marzo 2015 | 15.40
LETTURA: 3 minuti

Lo stilista spiega il suo 'Koboshi Project for Fukushima'. Le bamboline, decorate da personaggi noti e grandi artisti, come Alain Delon, Jean Reno, Jean-Paul Gaultier hanno fatto il giro del mondo e in questi giorni saranno in mostra a Roma

Una 'Okiagari Koboschi' disegnata da Takada Kenzo (Foto dal profilo Facebook ufficiale del progetto)
Una 'Okiagari Koboschi' disegnata da Takada Kenzo (Foto dal profilo Facebook ufficiale del progetto)

Una bambola che quando cade si rialza, per celebrare la capacità di risollevarsi del popolo giapponese. E' il senso del 'Koboshi Project for Fukushima': "Ho creato un'iniziativa per omaggiare le vittime della strage di Fukushima", spiega all'Adnkronos lo stilista Takada Kenzo, in occasione del quarto anniversario dal disastro di Fukushima, che del progetto è promotore.

"Le Okiagari Koboschi sono bambole tradizionali giapponesi che quando cadono si rialzando proprio come la popolazione giapponese piagata dallo Tusunami nel 2011. Anche io avevo una bambolina simile da bambino", racconta Kenzo. Queste graziose bamboline, decorate da personaggi noti e grandi artisti, come Alain Delon, Jean Reno, Jean-Paul Gaultier hanno fatto il giro del mondo e in questi giorni saranno in mostra a Roma, da oggi al 24 aprile nella sede dell’istituto Giapponese di cultura e dal 9 al 12 aprile al festival romano del fumetto Romics. Dopo il lungo tour, le preziose Koboschi saranno donate alla popolazione di Fukushima.

"Gli artisti che hanno partecipato al progetto si sono stretti attorno alla persone devastate da questa tragedia -sottolinea lo stilista- E' stato importanto per loro ed è stato anche il modo per consolidare una forte amicizia". Parlando del Romics, Kenzo afferma: "Ho risposto con entusiasmo all'invito del Romics che ha deciso di dedicare uno spazio espositivo alle Koboschi. Un occasione per fare conoscere il progetto". In tema di fumetti poi, a proposito dei manga di cui il Giappone è patria, lo stilista formula una critica: "Non riconosco più le origini del manga che ho conosciuto 20 o 30 anni fa e a cui ero molto legato". In questa occasione, Kenzo fa sapere che sta curando due progetti a metà tra arte e moda e che è entusiasta delle nuove tendenze in passerella al Paris Fashion Week: "Rispetto a 20 anni fa, la moda oggi riguarda tutti e i giovani si sentono coinvolti in questo mondo che prima era riservato solo ad una società d'elite e questo è molto importante"

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