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Usa: Kristin Beck, l'ex Navy Seal transgender ora punta al Congresso

23 giugno 2015 | 19.57
LETTURA: 5 minuti

Un tempo era Christopher, dopo 20 anni di servizio la transizione, poi la candidatura

Kristin Beck mostra le medaglie ottenute durante i suoi 20 anni di servizio nei Navy Seal (Foto Washington Post)
Kristin Beck mostra le medaglie ottenute durante i suoi 20 anni di servizio nei Navy Seal (Foto Washington Post)

Due anni fa la sua storia fece scalpore. Un ex Navy Seal con 20 anni di servizio, un pluridecorato veterano della guerra in Afghanistan che cambiava sesso era una manna per giornali e talk show Usa a caccia di pubblico. Al confronto, la vicenda di Bruce Jenner , il patrigno delle sorelle Kardashian e 'solamente' ex olimpionico, divenuta recentemente Caitlyn, appare quasi banale.

Ora, Kristin Beck, che fino a non molto tempo fa nei panni di Christopher era membro del Team Six, il più prestigioso nel già ristretto club dei Seals, ha deciso di combattere l'ennesima battaglia: la candidatura al Congresso degli Stati Uniti. E vuole vincere il seggio alla Camera dei Rappresentanti senza necessariamente presentarsi come "la candidata transgender", ma per la validità della sua proposta politica.

Va subito detto, rileva il Washington Post, che le chance di vittoria di Beck sono abbastanza scarse. Nel collegio del Maryland nel quale si presenta si trova a sfidare il potente Steny Hoyer, il numero due di Nancy Pelosi alla guida della minoranza democratica alla Camera. Beck non ha le risorse finanziarie, la notorietà politica e l'esperienza del suo rivale. Inoltre, a Beck manca perfino l'appoggio dei gruppi di difesa dei diritti delle persone omosessuali e transgender. Il loro campione è proprio Hoyer, sostenitore dei diritti Lgbt e dei matrimoni gay.

Eppure, Kristin Beck, oggi 48enne, è convinta di farcela. "Sono stata Conan il Barbaro e sono stata Barbie", scherza mentre mostra una foto che la ritrae con la barba e il tipico berretto pahstun mentre combatteva in Afghanistan. Nella sua casa sono ancora bene in vista, esposte in una teca, le ventinove medaglie ottenute nei suoi anni di servizio militare. Alcune, le più preziose, come la Purple Heart, le appunta anche sulle giacche dei tailleur che indossa nella campagna porta a porta tra gli elettori del suo collegio.

"So di essere sfavorita", riconosce, "ma vincerò io". Del resto, il suo ingresso in politica coincide con un momento di intenso dibattito e crescente accettazione da parte dell'opinione pubblica dei temi transgender . Anche se Beck vorrebbe che si parlasse degli altri 70 punti del suo programma, come la parità di salario a parità di lavoro per donne e uomini, è inevitabile che da molti elettori la sua venga percepita come una candidatura-simbolo. "Cerco di non dire molto sulla comunità Lgbt -spiega- è un fardello pazzesco chiedere a qualcuno di parlare a nome di un'intera comunità".

Tanti anni di servizio militare e di guerra nelle condizioni più estreme hanno lasciato dei segni indelebili sul suo fisico, anche dopo la transizione compiuta nel 2013. "Sembro ancora un maschio vestito da donna", scherza ancora Kristin. Ma non è l'andatura a volte un po' goffa a farla soffrire. Ernia del disco, un ginocchio fuori uso a causa di un atterraggio un po' troppo duro con il paracadute in Afghanistan, un dolore permanente alle costole per una caduta da un tetto di un capannone, una brutta cicatrice su un braccio per un'esplosione troppo ravvicinata di un razzo nemico.

Poi, come molti reduci, la sindrome da stress post traumatico che le causa disturbi del sonno e che la porta a ripetere più volte la stessa frase nell'arco di pochi minuti, apparentemente senza rendersene conto. Beck si è fatta le ossa nel rapporto con il pubblico dopo aver lasciato la Marina, essere diventata Katrin ed avere intrapreso la carriera di conferenziere per raccontare la sua esperienza di vita.

Come l'infanzia trascorsa a negare se stessa per paura dei genitori, le continue missioni in Afghanistan alla ricerca della morte e che portarono alla fine del suo matrimonio e al rapporto con i due figli, le botte che prendeva quando andava nei bar di periferia vestita da donna. Un percorso, quello delle conferenze, che l'ha portata a sviluppare una naturale empatia con i suoi interlocutori che è tornato utile nell'approccio con gli elettori.

Nonostante la sua personalità complicata, c'è infatti chi non esita ad accordarle fiducia proprio per le sue qualità politiche. Come Chris Hunter, il vice capo della caserma dei pompieri di College Park, dove Beck ha fatto una visita nel suo giro elettorale: "Non mi ricordo nemmeno l'ultima volta che un politico si è fatto vedere da queste parti". O come David Jackson, un reduce della guerra del Vietnam con il quale ha scambiato due chiacchiere in un parcheggio sulla necessità di avere tra i banchi del Congresso un numero maggiore di veterani di guerra. "Avrà il mio voto -promette Jackson- non mi importa di quale sesso o genere sia".

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