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Cinema: Ksenia Rappoport al Bifest, sono cresciuta col cinema italiano

24 marzo 2015 | 15.32
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L'attrice, protagonista al Bif&st di Bari con un focus e ben tre film, si racconta a 360 gradi parlando anche del suo rapporto con la Russia di ieri e di oggi: "Il crollo dell'Unione Sovietica fu un momento molto bello per il mio paese. La fame d’informazione, di viaggiare e di camminare liberamente, fu finalmente appagata. Adesso, purtroppo, stiamo vivendo un momento difficile e spero che questa follia un giorno passerà"

Ksenia Rappoport (foto Infophoto)
Ksenia Rappoport (foto Infophoto)

“In Russia avevamo stima del mito del cinema italiano. Da piccola sono cresciuta con i film di Fellini, Antonioni e Zeffirelli. Quando sono venuta la prima volta a Cinecittà, mi sembrava di essere in un film”. Parla così del suo rapporto con il cinema italiano Ksenia Rappoport, protagonista di un focus e di ben tre film presentati al Bif&st di Bari: “Noi 4” di Francesco Bruni, “La foresta di ghiaccio” di Claudio Noce, “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores. Un incontro, condotto da Franco Montini, in cui l'attrice si è raccontata a 360 gradi parlando anche del suo rapporto con la Russia di ieri e di oggi: “Il crollo dell'Unione Sovietica fu un momento molto bello per il mio paese. La fame d’informazione, di viaggiare e di camminare liberamente, fu finalmente appagata. Adesso, purtroppo, stiamo vivendo un momento difficile e spero che questa follia un giorno passerà”.

Gli italiani l'hanno scoperta con 'La sconosciuta' di Tornatore. “Quando Giuseppe Tornatore mi ha chiamata per il provino – confessa l’attrice - conoscevo solo poche parole di italiano. Ho avuto la parte nel film La sconosciuta dicendo delle bugie: Tornatore mi chiese se sapevo guidare, ma io non avevo la patente; se giravo nuda, ma non l’avevo mai fatto prima; e se sapevo cantare. E io: sì, certo!”. “Ero sicura che Tornatore mi avesse creduto – ha confidato la Rappoport – ma poi sul set mi chiamava la bugiarda”.

L’attrice ha ricordato la sua partecipazione nel film a episodi Italians diretto da Giovanni Veronesi: “La commedia è difficile come genere, soprattutto se devi farla in un’altra lingua. Occorrono i tempi giusti e ci vuole spontaneità. In questo film ho avuto accanto a me un grande maestro, Carlo Verdone”.

Nel 2008 Ksenia Rappoport è stata la madrina della Mostra del cinema di Venezia: “Il ruolo più difficile di tutta la mia vita: è più semplice recitare che fare se stessa”. Sempre a Venezia, nel 2009, ha vinto la Coppa Volpi per la sua interpretazione nel film La doppia ora. “Non me l’aspettavo, e non ero d’accordo in quanto c’erano altre attrici bravissime. Quando, però, successivamente ho ricoperto il ruolo di giurata alla Mostra di Venezia ho capito che il premio caratterizza più la giuria che gli attori che lo ricevono”.

A proposito delle sue interpretazioni, l’attrice ha dichiarato: “Mi piace interpretare ruoli misteriosi ed enigmatici. Nel film di Tornatore, non conoscere la lingua italiana mi ha aiutato molto, dandomi più energia e un’aria più misteriosa”.

Ksenia Rappoport ha poi parlato del suo rapporto con il teatro: “Il teatro mi ha dato la forza ed è stato la mia palestra. A teatro impari i movimenti dell’anima, che poi usi nel cinema”. “Sul set dei film girati in Italia – confida - mi sono trovata bene con tutti gli attori che hanno fatto teatro, come Filippo Timi e Fabrizio Gifuni. Con loro ho trovato subito un’affinità, in quanto parliamo la stessa lingua”. Proprio a teatro i suoi prossimi progetti: Zio Vania e Il giardino dei ciliegi, entrambi di Checov.

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