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La Bce riduce i tassi allo 0,15%, minimo storico. Draghi: “Pronti ad agire ancora”

05 giugno 2014 | 14.06
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E’ il sesto taglio consecutivo, a partire dal settembre 2011, ma anche il quinto della presidenza del Governatore. La decisione perché, spiega, “la ripresa resta moderata” e sulla crescita permangono “rischi al ribasso”. Due nuove iniezioni di liquidità entro fine del 2014. Codacons calcola un risparmio sui mutui a tasso variabile da 72 a 96 euro all’anno

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Il costo del denaro scende ancora, a un nuovo minimo storico. La Bce taglia il tasso di riferimento allo 0,15%. Va sotto zero, andando per la prima volta in negativo, -0,10%, il tasso sui depositi. Arrivano, poi, nuove aste di liquidità a lungo termine, la prima a settembre e la seconda a dicembre, e rilancia il presidente Mario Draghi, se serve “non finisce qui”. L’Eurotower, come atteso, mette in campo buona parte dell’arsenale a disposizione, con un pacchetto di interventi che hanno l’obiettivo dichiarato di risollevare l’inflazione, verso il target del 2%, e di assicurare credito all’economia reale.

La Bce, è la sintesi del Financial Times, si spinge dove nessuna altra grande banca centrale si è finora spinta. “Sui tassi abbiamo raggiunto il livello più basso ma non sono esclusi aggiustamenti tecnici”, spiega Draghi, aggiungendo: “Dal punto di vista pratico, abbiamo toccato il fondo”. Il Consiglio della Bce, questa volta, “è stato unanime”. Sia nella decisione principale, l’ulteriore taglio del costo del denaro, sia rispetto all’ipotesi di utilizzare ulteriori misure non convenzionali nel caso in cui l’inflazione dovesse restare troppo bassa a lungo. La banca centrale conferma quindi la sua strategia sui tassi che, spiega Draghi, “rimarranno ai livelli attuali per un periodo prolungato di tempo” con un occhio alle prospettive di inflazione. Questo, considerando che le stime sull’inflazione sono state riviste al ribasso: sono allo 0,7% per il 2014, all’1,1% per il 2015 e all’1,4% per il 2016. Questa previsione sui tassi, spiega, “è rafforzata dalle scelte che abbiamo fatto oggi”. Scelte che, deve essere chiaro, non penalizzano cittadini e famiglie. “Abbiamo abbassato i tassi alle banche ma non ai risparmiatori: è sbagliato dire che stiamo espropriando i risparmiatori”, scandisce Draghi.

Intanto, l’Eurotower rivede le proprie proiezioni macroeconomiche per il prossimo triennio. La crescita 2014 dell’Eurozona è corretta al ribasso all’1%, mentre quella per il prossimo anno rialzata all’1,7%. Per il 2016, gli analisti dell’Eurotower prevedono una crescita dell’1,8%. La ripresa, sintetizza Draghi, “resta moderata” e i rischi sulla crescita “restano al ribasso”. A pesare può essere, soprattutto, “una domanda interna più debole del previsto”. In questo scenario, deve restare fermo l’impegno dei governi nazionali. Sulle riforme strutturali “sono stati fatti importanti passi per incrementare la competitività” ma “il progresso non è uniforme” ed è “lontano dall’essere completato”. Draghi è categorico nel riaffermare la determinazione della banca centrale ad agire per allontanare i rischi di ripresa debole e bassa inflazione. La Bce, assicura, agirà ancora “se servirà, e sempre nell’ambito del mandato”.

Il taglio arriva dopo sette mesi di ‘blocco’. L’ultimo intervento risale allo scorso 7 novembre quando la Banca centrale europea era intervenuta con una riduzione di 25 punti portando il tasso dallo 0,50% allo 0,25%. Quello di oggi è il sesto taglio consecutivo, a partire dal settembre 2011, ma anche il quinto della presidenza Draghi.

La decisione di ridurre i tassi di interesse avrà degli effetti diretti sulle famiglie che hanno acceso un mutuo a tasso variabile. Il Codacons calcola un risparmio, che dovrebbe andare dai 72 euro all’anno per chi ha un mutuo da 100mila euro a 30 anni, fino ai 96 euro per un mutuo da 150mila euro a 25 anni. Considerato che solo il 2% della famiglie italiane ha attivato mutui, direttamente legati al tasso Bce, per tutti gli altri occorrerà aspettare che il taglio, deciso da Draghi, venga “adottato’’ sui tassi praticati dalle banche.

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