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Panico sui mercati mondiali, Milano perde il 6%

24 agosto 2015 | 13.36
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A Wall Street in pochi minuti il Dow perde mille punti

Panico sulle asiatiche, Shanghai crolla a -8,5%

 (Infophoto) - INFOPHOTO
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Lunedì nerissimo sui mercati mondiali, che 'riassaporano' il panico provato l'ultima volta nel 2011 e nel 2008, nel pieno della crisi finanziaria globale. All'origine della débacle, questa volta c'è la Cina e, ormai da qualche tempo, i timori che il rallentamento della sua economia sia peggiore del previsto.

A Milano il Ftse Mib torna ai livelli di febbraio, chiudendo a 20.450 punti (-5,96%) e vicina ai minimi di seduta, mentre gli indici di Wall Street limano le perdite dopo un avvio shock, con mille punti persi in pochi minuti (-6,5%) rispetto alla seduta precedente. Il Dow Jones alle 17.30 segna -2,38% a 16.063 punti; il Nasdaq perde il 2,89% a 4,570 punti.

Andando con ordine, i forti ribassi per gli indici europei sono iniziati dall'avvio, dopo l'ennesimo crollo della piazze finanziarie cinesi: a nulla sono valse le operazioni del weekend della Banca centrale cinese per fermare l'emorragia degli investitori dalle Borse del Dragone e immettere nuova liquidità sul mercato. L'indice guida Shanghai Composite ha chiuso a 3.209 punti, in calo dell'8,49%, il declino giornaliero maggiore dal 27 febbraio del 2007.

Sul fronte delle materie prime, poco dopo l'avvio in forte ribasso del Nyse, il petrolio è scivolato sotto i 39 dollari al barile (38,9) per poi risalire a 39,18 dollari. A Londra, il Brent ha rispecchiato l'andamento del Wti e ha toccato il minimo infraday di 42,5 dollari per poi risalire a 43,5 dollari. L'Euro invece si rafforza sul dollaro (+2%) e supera 1,158 dollari, tornando ai massimi da gennaio.

In questo scenario, dove il timore sul rallentamento dell'economia cinese non si spegne e la fuga di capitali continua a spaventare i mercati, Atene è la Borsa peggiore del Vecchio Continente: l'indice Athens General cede il 10,5%. Tra le piazze finanziarie peggiori, quelle che perdono oltre il 5% ci sono Lisbona (-5,8%), Parigi (-5,35%), Amsterdam (-5,2%) e Madrid (-5,01%). La Borsa di Londra cede a fine seduta il 4,67%, quella di Francoforte il 4,7%.

Sul paniere principale della Borsa di Milano la maglia nera è Tenaris, che sfiora un crollo del 10%, fermandosi a -9,6% a 9,97 euro. Il forte ribasso riguarda anche gli altri titoli petroliferi: Eni cede il 7,98%, Saipem il 6,27%. Sul Ftse Mib, non c'è un titolo in verde. Quelli che contengono maggiormente le perdite sono Wdf (-0,20%), Italcementi (-0,35%) e Pirelli (-0,67%), le società protagoniste degli ultimi tempi per offerte di pubblico acquisto a livello internazionale.

Tra i titoli più venduti ci sono nuovamente quelli del lusso e quelli delle auto, il comparto più esposto in Cina e sui mercati di Asia e Pacifico. Luxottica perde il 7%, Salvatore Ferragamo il 6,44%, Yoox il 6,82%. Tod's e Moncler cedono 'solo' il 4% circa. Fca chiude la giornata con una perdita del 7,76%.

Tra le più colpite del comparto bancario c'è Mps (-7,07%). A seguire Intesa Sp (-6,14%), Bper (-6,08%), Mediobanca (-5,7%) e Banco Popolare (-5,67%). Da segnalare, alcuni tra i titoli che resistono di più al sell off globale: Ovs (+3,6%), Seat Pg (+2,56%) e Parmalat (+1,25%).

Stamani la Borsa di Shanghai ha chiuso con un crollo dell'8,5%, scatenando un sell-off su tutti i mercati dell'area (Tokyo ha perso il 4,6%, Hong Kong oltre il 5%), mentre gli investitori guardano preoccupati al rallentamento dell'economia cinese, la seconda del mondo dopo gli Usa. Pesa la debolezza delle materie prime, che colpisce le valute correlate, come il rublo, ma sono tutti i mercati emergenti a soffrire (la rupia indiana è caduta ai minimi da due anni sul dollaro). Resta inoltre l'incertezza sulle prossime mosse della Fed.

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