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Musei: la Collezione Salce ha trovato casa, sarà esposta in due sedi a Treviso

22 dicembre 2016 | 13.13
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Particolare del manifesto della 'Società Anonima Incandescenza a Gas' (1895) di Giovanni Maria Mataloni, il primo ad essere collezionato da Nando Salce
Particolare del manifesto della 'Società Anonima Incandescenza a Gas' (1895) di Giovanni Maria Mataloni, il primo ad essere collezionato da Nando Salce

La Collezione Salce, la più importante raccolta di manifesti pubblicitari in Italia e in Europa, testa a testa con il parigino Musée de la Publicité (oggi Museé des arts décoratives), per iniziativa del Ministero per i Beni Culturali, che ne è il proprietario, ha finalmente trovato una collocazione adeguata, in due antichi spazi nel cuore di Treviso, recuperati dal Ministero per la nuova funzione. Si tratta della medievale Chiesa di Santa Margherita e dell’edificio comunicante con la Chiesa di San Gaetano, nella centralissima via Carlo Alberto. Nella prima delle due, la chiesa di Santa Margherita, stanno trovando collocazione, in grandi cassettiere tecnologiche, i 24.580 manifesti raccolti da Nando Salce e dalla moglie Regina Gregory. E, accanto ad essi, i laboratori scientifici indispensabili per garantire la loro perfetta conservazione e manutenzione.

"Naturalmente questi ambienti sono stati pensati per la conservazione e non per una fruizione pubblica allargata - Marta Mazza, direttore del nuovo Museo Statale Collezione Salce - Per ovvi motivi di conservazione e gestione l’accesso diretto a questo grande deposito sarà limitato agli studiosi. Tuttavia ciò che non può essere fisicamente messo a disposizione del pubblico, viene integralmente posto a disposizione di tutti -aggiunge Mazza - accedendo al sito www.collezionesalce.beniculturali.it dove vengono proposte le immagini di tutti i 24.580 nostri manifesti. A regime, a fine 2018, in Santa Margherita potrà essere ricavato anche uno spazio ulteriore per esposizioni dedicate". Dall’8 aprile sarà invece aperto al pubblico l’importate spazio per mostre temporanee del Museo Salce, ricavato dallo storico immobile annesso alla Chiesa di San Gaetano, già Chiesa dei Cavalieri Templari con il titolo di San Giovanni al Tempio. Questi ambienti sono pronti ad accogliere mostre dedicate alla Collezione che, con ogni quattro mesi ne illustreranno una sezione, un tema o un autore. Quattro mesi sono il tempo massimo di esposizione continuativa previsto dai protocolli di conservazione di questi preziosi e fragili materiali cartacei.

I visitatori delle mostre avranno la possibilità di ammirare anche il San Gaetano, chiesa ancora consacrata, che grazie a questo progetto ministeriale, viene finalmente riaperta. Città e turisti ritrovano così un affascinante luogo di culto, da tempo escluso alle visite. Con la sua magnifica quadreria e un organo del grande Callido. Per l’apertura degli spazi museali di San Gaetano, il direttore Marta Mazza, ha previsto la prima di tre successive mostre di un ciclo denominato 'Illustri persuasioni. Capolavori pubblicitari dalla Collezione Salce'. La mostra di apertura darà conto, per capolavori assoluti, della parte più antica della Raccolta, quella dedicata a 'La Belle Epoque'. Le mostre successive riguarderanno i manifesti del periodo 'Tra le due guerre' e, infine, 'Dal secondo dopoguerra al 1962'. In modo da offrire, nell’arco di un anno, un excursus, sia pure di estrema sintesi, nel percorso temporale della magnifica Collezione che accoglie manifesti datati tra il 1885 e il 1962.

Nel 1895, fu l’immagine di una procace donnina che campeggiava, per opera di Giovanni Maria Mataloni, nel manifesto della 'Società Anonima Incandescenza a Gas' a colpire il giovanissimo Nando Salce che, al prezzo di una lira, riuscì ad ottenerne una copia dall’attacchino comunale. Era l’inizio di una passione che lo avrebbe portato, anche con l’aiuto della moglie Regina Gregory, ad accumulare nella loro casa migliaia di manifesti. Nemmeno Salce riusciva a conoscere il numero dei pezzi da lui raccolti, tanto che l’inventario effettuato dopo il suo lascito della Collezione al Ministero li ha quantificati in poco meno di 25mila, il doppio di quanto il collezionista supponesse. Ma a colpire della Collezione non è solo il dato quantitativo, oggettivamente strabiliante per una singola collezione privata, bensì sopratutto quello qualitativo. Per questa sua passione Nando volle essere affiancato anche da esperti al massimo livello, creando una rete di rapporti che gli garantirono il meglio di quanto veniva proposto in Italia, ma non solo, nel settore della grafica pubblicitaria. L'appassionato collezionista riuscì a intessere rapporti di collaborazione con editori e tipografi specializzati nel ramo pubblicitario, come Wild e Tensi di Milano, Alessandro Marzi di Roma, Salomone di Roma, Chappuis di Bologna, Ricordi di Milano, Cassan di Tolosa, Hirth’s Verlag e Bruckmann di Monaco di Baviera. E, ancora, con le ditte e le aziende committenti, con gli stessi cartellonisti, del Mataloni ad esempio, l’autore del primo manifesto collezionato, Salce rimase ammiratore fedele, al punto da commissionargli il disegno della sua carta intestata, e con gallerie specializzate come Sagot di Parigi.

"La realizzazione del nuovo Museo Salce, nella sua doppia sede in Santa Margherita e in San Gaetano, ha richiesto un investimento di oltre 6 di euro, interamente garantito dal Ministero per i Beni Culturali - ricorda il direttore del Polo Museale Veneto, Daniele Ferrara - Grazie ad esso, a 55 anni dalla scomparsa del collezionista e dal suo lascito, la Collezione ha trovato una collocazione consona, dopo essere stata ospitata in modo provvisorio in diverse sedi, tra cui i Civici Musei di Treviso. Tutti i 24.580 manifesti Salce sono stati catalogati e fotografati e, con l’apertura del Museo, saranno disponibili anche on line. Tappe di un progetto organico che ha consentito di assicurare loro una 'casa' definita e che segna un momento importante per la valorizzazione pubblica di questo immenso, affascinate patrimonio. Che non riguarda solo la storia della comunicazione ma anche - sottolinea Ferrara - quasi un secolo di storia del costume dell’Italia e degli italiani".

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