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Tassi: la Fed li lascia invariati, ma cambia le indicazioni e apre a rialzo nei prossimi mesi

18 marzo 2015 | 19.26
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Tutto come previsto nella riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve che all'unanimità ha deciso di lasciare fermi i tassi, ma con un chiaro segnale di un possibile rialzo a breve. Infatti è scomparso nella dichiarazione finale il riferimento alla 'pazienza' prima di un ritocco del range, attualmente fra 0 e 0,25%

La presidente della Fed Janet Yellen
La presidente della Fed Janet Yellen

Tutto come previsto nella riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve (Fomc) che all'unanimità ha deciso di lasciare fermi i tassi, ma con un chiaro segnale di un possibile rialzo a breve. Infatti se si giudica "improbabile" l'ipotesi di un rialzo del tasso di riferimento nella prossima riunione di aprile, si fa anche scomparire nella dichiarazione finale il riferimento alla 'pazienza' prima di un ritocco del range, attualmente fra 0 e 0,25%.

Alla luce di questa modifica della forward guidance, sembra così accreditata l'idea di un rialzo del tasso federale nella riunione di giugno. In ogni caso la banca centrale Usa sottolinea come un ritocco all'insu sarà possibile solo quando avrà registrato "ulteriori miglioramenti nel mercato del lavoro e sarà ragionevolmente fiduciosa nel fatto che l'inflazione possa tornare verso l'obiettivo di medio termine del 2 per cento nel medio termine". E infatti, si ribadisce come "questo cambiamento della forward guidance non indica che il Comitato di politica monetaria abbia deciso una tempistica per avviare il rialzo" dei tassi.

Rispetto alla dichiarazione al termine della precedente riunione del Fomc, emerge un rallentamento dell'economia americana, che passa da una "espansione robusta" a una "crescita piuttosto moderata". La Federal Reserve segnala un "ulteriore miglioramento del mercato del lavoro, con un tasso di disoccupazione più basso mentre una serie di indicatori evidenziano come continui a ridursi il sottoutilizzo delle risorse". Aumentano gli investimenti così come la spesa delle famiglie, il cui potere d'acquisto è accrsciuto dal calo dei prezzi energetici. Unico segnale meno 'incoraggiante' la lentezza della ripresa del settore immobiliare e un indebolimento delle esportazioni.

Restano "equilibrati" i rischi per le prospettive dell'economia e del mercato del lavoro mentre l'inflazione dovrebbe nel breve termine restare intorno agli attuali bassi livelli anche se il comitato di politica monetaria si aspetta un "graduale ritorno" al 2% nel medio termine.

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