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La fuga e la siringa, le ultime ore di Pamela

02 febbraio 2018 | 09.52
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Pamela Mastropietro, a destra, con sua madre Alessandra Verni (foto da Facebook)
Pamela Mastropietro, a destra, con sua madre Alessandra Verni (foto da Facebook)

L'addio al 'Pars', la comunità di recupero nella quale era arrivata a ottobre, forse Pamela l'aveva premeditato. Lunedì ha preso un trolley ed è andata via, senza documenti, soldi o cellulare. Ha percorso a piedi tre chilometri in campagna e poi una volta arrivata sulla statale, ha fatto l'autostop fino a Macerata. Le ultime ore di vita, stando a quanto ricostruiscono alcuni testimoni al 'Corriere della sera', Pamela Mastropietro, il cui cadavere è stato trovato in due valigie nel maceratese, le avrebbe trascorse così.

Josè Berdini, il responsabile della comunità 'Pars', parla di Pamela come una ragazza "piena di bellezza, energia e fragilità". Domenica, prima della fuga, l'educatore chiede a Pamela di accompagnarlo a messa ma dopo un primo sì, la ragazza cambia idea. Quel giorno si era alzata alle 7 "come tutti i giorni" e dopo il pranzo aveva passato una domenica "tranquilla". Per José, però, Pamela "evidentemente aveva premeditato la fuga". Il giorno seguente, infatti, scompare, facendo perdere le sue tracce. Nella comunità se ne accorgono subito e iniziano a cercarla "in macchina e a piedi", ma invano. Pamela è sparita.

Sulle ore che vanno dall'autostop che avrebbe fatto sulla statale al massacro nell'appartamento di Macerata, però, è ancora black out. Dalle immagini acquisite dai carabinieri si è riscontrato che la 18enne era ancora viva lunedì 29 gennaio e la mattina del 30. Mano a mano si è ricostruita la sequenza temporale degli spostamenti della giovane, le cui tracce, nella tarda mattinata del 30 gennaio, si perdevano in via Spalato, a Macerata.

Da indagini dei militari, testimonianze e immagini video, è emerso che il 29enne nigeriano fermato è stato l'ultimo ad avere avuto contatti con Pamela. La casa del nigeriano si trova vicino a una farmacia, dove Pamela è entrata per comprare una siringa. Nell'abitazione dell'uomo, hanno fatto sapere i carabinieri, sono stati ritrovati "i vestiti della vittima sporchi di sangue, e altre tracce ematiche". E poi lo scontrino della farmacia dove Pamela aveva acquistato la siringa.

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