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La Juve vince e prepara la festa scudetto. Inter passa a Parma e vede l'Europa

19 aprile 2014 | 20.45
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La Juve vince e prepara la festa scudetto. Inter passa a Parma e vede l'Europa

Altri 3 passi verso lo scudetto. La Juventus batte il Bologna per 1-0 e si avvicina sempre più al tricolore. Il gol di Pogba regala ai bianconeri la 17a vittoria casalinga in altrettanti impegni e avvicina la squadra di Conte al traguardo. Il Bologna, fermo a 28 punti, fa muro per un'ora abbondante nel tentativo di difendere il pareggio. Il fortino crolla e per i rossoblu, incapaci di creare un'occasione degna di nota, cala il sipario. Gli uomini di Ballardini escono a mani vuote come tutte le 16 squadre arrivate a Torino finora. I rossoblu resistono 63 minuti dopo aver concesso poco o nulla alla capolista.

La Juve si mette in moto al 4', con la combinazione Llorente-Pogba: il francese entra in area e tira, Curci respinge il destro soft. Il centrocampista ci prova al 10' di testa, su corner da destra, ma la mira è imprecisa. L'assedio dei torinesi è sterile: tanto possesso palla ma pochissimi tiri. La Vecchia Signora si insedia nella metà campo avversaria e si affida soprattutto alla vivacità di Giovinco, che si procura un paio di punizioni: Pirlo, però, non trova il colpo vincente.

Il Bologna protegge i propri 16 metri con 10 uomini e Curci deve intervenire solo al 27', per disinnescare un pallone velenoso spedito in mezzo da Chiellini. L'unico bianconero in grado di accelerare è Giovinco, che al 37' scappa a destra. Llorente è in ritardo per il tap-in e la chance sfuma. Il copione non cambia in avvio di ripresa, la Juve ricomincia a cercare un varco per entrare nel bunker rossoblu.

L'Inter passa a Parma e si aggiudica lo spareggio per l'Europa League. I nerazzurri vincono 2-0 al Tardini e consolidano il quinto posto solitario: con 56 punti, la formazione di Mazzarri ha 5 lunghezze di vantaggio sulla coppia formata dagli emiliani e dal Milan. Il Parma resta a mani vuote al termine di un match giocato alla pari, nonostante l'inferiorità numerica per tutto il secondo tempo.

La squadra di Donadoni paga a carissimo prezzo le occasioni non sfruttate nel primo tempo a cominciare da quella che all'8' apre la cronaca del match. Cassano si presenta con un colpo di testa perfetto, Handanovic risponde con la prima grande parata della giornata. L'attaccante barese ha un'altra chance enorme al 13', quando riceve l'assist di Palladino: sinistro potente da ottima posizione ma mira imprecisa. L'Inter, dopo aver ballato in avvio, si assesta e comincia ad affacciarsi nella metà campo avversaria.

I nerazzurri però si affidano soprattutto alle palle inattive e al 27' sfiorano il vantaggio. Sul corner di Hernanes, Icardi è libero di incornare all'altezza del primo palo: palla sul fondo. Gli ospiti crescono e, in pochi minuti, impegnano Mirante a ripetizione: l'estremo difensore emiliano è sempre attento sulle conclusioni di Palacio, Hernanes e Palacio. Il match si infiamma in chiusura di primo tempo. Samuel regala un rigore al Parma con un goffo pestone rifilato a Parolo al 43'. Cassano va sul dischetto, Handanovic devia il pallone sul palo sventando un altro penalty dopo quello respinto una settimana fa contro la Sampdoria. Sul capovolgimento di fronte, l'Inter va vicinissima al gol. Il palo dice no a Cambiasso, il pallone carambola su Mirante e finisce a lato.

L'equilibrio salta in avvio di ripresa. Il Parma resta in 10 per l'espulsione di Paletta e l'Inter ne approfitta subito. Punizione di Hernanes, capocciata vincente di Rolando e nerazzurri avanti 1-0 al 49'. I padroni di casa reagiscono subito e creano occasioni in serie sfiorando il pareggio in maniera clamorosa al 55', quando Lucarelli centra la traversa con un imperioso colpo di testa. L'Inter soffre nonostante la superiorità numerica e deve aspettare l'89' per chiudere i conti. Ci pensa Guarin dalla distanza, 2-0.

UDINESE-NAPOLI 1-1 - Al Napoli non basta il tredicesimo centro stagionale di Callejon per avere la meglio su una combattiva Udinese, che pareggia con Fernandes e impone l'1-1 agli azzurri. I partenopei salgono così a 68 punti, sempre in terza posizione a meno 11 dalla Roma seconda e a più 10 dalla Fiorentina quarta, in attesa che viola e giallorossi si incontrino questa sera a Firenze. I bianconeri raggiungono in vece quota 39 punti in tredicesima posizione in coabitazione con il Genoa.

Il match è orfano dei bomber delle due squadre, Benitez deve rinunciare all'infortunato Higuain mentre Guidolin tiene a riposo Di Natale. Gli azzurri partono con il piglio giusto, pressando molto alto e costringendo l'Udinese sulla difensiva. I partenopei soffrono però a trovare sbocchi. Al decimo minuto ci prova Insigne con un bel tiro a giro, sul quale è attento Scuffet. Verso la metà del tempo l'Udinese, cresce e mette in difficoltà il Napoli con qualche ripartenza, la più pericolosa di queste al 31'. Cross dalla sinistra di Silva per Badu il cui colpo di testa da pochi passi termina di poco a lato alla destra di Reina.

Nel finale di tempo quando i ritmi della partita calano, il Napoli riesce a passare in vantaggio grazie a Callejon. L'azione nasce da una lunga rimessa laterale dalla sinistra, Zapata di nuca prolunga in mezzo per l'attaccante spgnolo che con un forte destro di controbalzo batte l'incolpevole Scuffet.

Nella ripresa la prima occasione è di marca partenopea con Insigne che dopo otto minuti vince un rimpallo con Silva e prova il destro in diagonale, con la palla che esce di un soffio. Due minuti dopo l'Udinese pareggia sfruttando un pasticcio del portiere napoletano Reina che con un rinvio corto serve involontariamente sulla trequarti Pinzi che smarca in area sulla sinistra Fernandes, che con un destro in diagonale firma l'1-1. La rete sarebbe da annullare per un fuorigioco del giocatore portoghese.

Il Napoli prova a reagire senza creare particolari grattacapi a Scuffet, se si esclude un bella triangolazione tra Hmasik e Insegne con quest'ultimo conclude di destro di prima intenzione sfiorando la traversa. Nel finale i partenopei rimangono in dieci per l'espulsione di Fernandez al 43' per somma di ammonizioni e dopo tre minuti di recupero Calvarese fischia la fine.

PER IL MILAN QUINTA VITTORIA CONSECUTIVA - Il Milan cala il tris contro il Livorno, fa cinquina e prosegue la marcia verso l'Europa. I rossoneri si impongono con un netto 3-0, centrano il quinto successo consecutivo e salgono a 51 punti, in sesta posizione con il Parma. La qualificazione all'Europa League è un obiettivo sempre più concreto per la formazione di Seedorf.

Il Livorno, inchiodato a 25 punti, fa un altro passo verso la retrocessione in Serie B. I verdetti maturano al termine di 90 minuti che la squadra di casa gioca costantemente in attacco. Il Milan parte col piede sull'acceleratore e schiaccia il Livorno, incapace di uscire dalla propria area di rigore, sin dal semaforo verde. I rossoneri vanno al tiro con Kakà a Taarabt, ma è Rami a sfiorare il gol al 13'. Il difensore decolla sul cross di Montolivo, colpo di testa e traversa piena. Gli ospiti mettono la testa fuori dal guscio con una conclusione velleitaria di Greco e, al 19', reclamano un rigore: De Jong in scivolata si schianta su Piccini, per l'arbitro Irrati è tutto regolare.

Il Milan mantiene il controllo del gioco ma non sfonda. Sembra mancare il contributo di Balotelli, poco incisivo e forse condizionato da un problema muscolare accusato in fase di riscaldamento. L'attaccante si sveglia al 43', in tempo per sbloccare il risultato. Colpo di testa su cross da sinistra, 1-0 e Milan avanti al riposo. Il raddoppio arriva in apertura di ripresa con Taarabt, che si infila nell'area toscana e fulmina Bardi: 2-0 al 50'. Il Livorno accusa il colpo e di fatto esce dalla partita. I rossoneri giocano in scioltezza, andando vicini al terzo gol con Kakà in un paio di occasioni. Il tris arriva grazie al neoentrato Pazzini, che timbra il cartellino all'83' sfruttando l'imbucata di Balotelli: 3-0 e game over.

PARI SHOW FRA LAZIO E TORO - Il Sassuolo vince lo scontro diretto con il Chievo e la salvezza non è più un miraggio, il Catania trova un po' di ossigeno con il successo casalingo contro la Sampdoria e il Cagliari mette un'ipoteca sulla permanenza in serie A grazie ai tre punti conquistati sul campo del Genoa. In chiave Europa League la sfida Lazio-Torino regala spettacolo ma si risolve in un pareggio pirotecnico che, a conti fatti, non fa felice nessuno.

Al Bentegodi, il Sassuolo fa il colpaccio grazie a un gol di Berardi prima del riposo. Al 41' l'attaccante scatta in contropiede e con un destro in diagonale infila Agazzi. L'1-0 basta ai neroverdi per agganciare il Bologna (in campo stasera contro la Juventus) a quota 28 punti, a -2 proprio dal Chievo. Nelle zone calde della classifica fa un piccolo passo avanti anche il Catania, che al Massimino stende i blucerchiati per 2-1.

Gli etnei spezzano l'equilibrio prima dell'intervallo con uno splendido gol in rovesciata di Leto. Al quarto d'ora della ripresa la Sampdoria trova il pari con Okaka, che parte da metà campo palla al piede e batte Frison con un destro potente. Nemmeno il tempo di esultare e il Catania opera il sorpasso definitivo con un destro di Bergessio scattato sul filo del fuorigioco. I siciliani sono sempre ultimi con 23 punti: la situazione, insomma, resta complicata.

La salvezza sembra ormai una formalità per il Cagliari, a quota 36 punti dopo il 2-1 sul campo del Genoa. Pronti, via e la squadra di Gasperini è subito in vantaggio. I rossoblù sbloccano il risultato con un sinistro potente di De Maio dopo una mischia in area. La squadra di Pulga ristabilisce la parità al 37' con Sau, che sfrutta una amnesia difensiva del Genoa e con un tocco morbido scavalca Perin. La rimonta del Cagliari è completata all'83' con il gol del definitivo 2-1: Perin respinge con i piedi la conclusione ravvicinata di Sau ma nulla può sul sinistro al volo di Ibarbo.

Serve solo allo spettacolo, invece, il pirotecnico 3-3 dell'Olimpico fra Lazio e Torino. Mauri non stringe la mano a Meggiorini dopo le polemiche sul suo coinvolgimento nel calcioscommesse e si toglie anche la soddisfazione del gol di testa al 42'. La squadra di Ventura al 52' trova il momentaneo pareggio con un destro a botta sicura di Kurtic su assist di Meggiorini. La Lazio è di nuovo avanti al 60', quando Padelli stende Keita in area di rigore e Candreva dal dischetto firma il 2-1 con un 'cucchiaio'.

Ma il Toro non molla e al 67' l'ex romanista Tachtsidis, appena entrato, firma il 2-2 con un sinistro al volo su corner. La Lazio resta in 10 uomini al 79' per l'espulsione di Novaretti per somma di ammonizioni e gli ospiti ne approfittano all'87' con il gol del 3-2 siglato dal solito Immobile. Sembra finita, ma in pieno recupero Candreva tramuta in gol un tiro sbilenco di Felipe Anderson e fissa il risultato sul 3-3. Lazio e Torino salgono a braccetto a 49 punti, a -7 dal quinto posto occupato dall'Inter. Il Verona completa il terzetto delle inseguitrici dopo la vittoria per 2-1 sul campo dell'Atalanta: decidono nella ripresa l'ex di turno Donati e il solito Toni, ai bergamaschi non basta la rete di Denis nel finale.

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