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La lettera della discordia

01 giugno 2019 | 08.26
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Tensioni nel governo dopo le anticipazioni, da parte dell'Adnkronos sulla lettera del ministro Tria alla Ue. Le attese richieste di chiarimenti di Bruxelles sul debito pubblico hanno mandato nel caos l'esecutivo gialloverde quando ha iniziato a circolare una bozza in cui c'erano riferimenti ai tagli al welfare, ai risparmi derivanti dall'utilizzo inferiore, rispetto alle stime, del reddito di cittadinanza e di quota 100. Di Maio chiede un vertice

La lettera della discordia

Tensioni nel governo dopo le anticipazioni, da parte dell'Adnkronos sulla lettera del ministro Tria alla Ue. Le attese richieste di chiarimenti di Bruxelles sul debito pubblico hanno mandato nel caos l'esecutivo gialloverde quando ha iniziato a circolare una bozza che ha fatto saltare il banco mentre lo spettro di una procedura di infrazione incombe sull'Italia. Il Mef smentisce quella bozza ma non tutto torna. ''Mi sorprende la smentita del ministro Tria sulla versione della lettera pubblicata dagli organi di informazione" ha dichiarato il viceministro all'Economia Laura Castelli aggiungendo: "Anche io ho visto una bozza della lettera che girava con quei contenuti e purtroppo quel passaggio sul taglio al Welfare c'era ancora".
Tra le tante cose in quella bozza (ECCO IL TESTO) si legge che "il governo sta avviando una nuova revisione della spesa e riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022". Ed è qui, per ciò che può poter voler dire, che scoppia la lite e nella missiva che parte poi da via XX settembre, e indirizzata a Bruxelles, accompagnata da un documento di 50 pagine, i passaggi che avevano suscitato polemiche, sono saltati.

"La lettera preparata dal ministro Tria con la Lega? Il M5S non ne sa nulla", aveva affermato il vicepremier Luigi di Maio a proposito della missiva di risposta all'Europa. "Non ce ne siamo occupati noi, non è stata condivisa con noi. Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali, né il reddito né quota 100". "Ma stiamo scherzando? - rincara poi la dose - Lo dico chiaramente: al governo Monti non si torna. Basta austerità, basta tagli, di altre politiche lacrime e sangue non se ne parla. Non esiste!", interviene su Facebook. "Magari è utile fare un vertice di maggioranza con la Lega insieme al presidente Conte e allo stesso Tria, così sistemiamo insieme questa lettera, prima che qualcuno la mandi a Bruxelles!", aveva aggiunto il capo politico M5S.

Alla fine i riferimenti ai tagli al Welfare, ai risparmi derivanti dall'utilizzo inferiore, rispetto alle stime, del reddito di cittadinanza e di quota 100, sono quindi saltati. ''Il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie'' scrive il ministro dell'Economia nella lettera inviata all'Unione europea. ''L'utilizzo delle nuove politiche di Welfare è, finora, inferiore alle stime sottostanti la legge di Bilancio 2019''.

"Il Parlamento ha invitato il governo a riformare l'imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo nel periodo 2020-2022, definiti nel programma di stabilità'' scrive il ministro Tria, confermando l'introduzione della flat tax. "Sebbene le condizioni economiche nel 2018 non abbiano consentito all'Italia di soddisfare gli sfidanti requisiti della regola di riduzione del debito", fa notare, "ritengo che il governo abbia seguito un approccio prudente e responsabile''. ''Concordiamo circa la necessità di conseguire un avanzo primario di bilancio più elevato, per riportare il rapporto debito Pil su un percorso chiaramente discendente''. ''I dati in nostro possesso indicano che il disavanzo per l'anno in corso sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni'' conclude.

La lettera, inviata dal ministro dell'Economia Tria, è stata ricevuta poco fa dagli uffici della Dg Ecfin, a Bruxelles. Ora la risposta verrà esaminata e servirà alla redazione del rapporto ex articolo 126.3 sul debito pubblico italiano, salito nel 2018 al 132,2% del Pil. Mercoledì prossimo il collegio dei commissari approverà le raccomandazioni specifiche per Paese e dovrebbe pubblicare anche il rapporto ex articolo 126.3, primo stadio della procedura per debito.

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