Secondo un sondaggio, il 52% non ritiene l'ex segretario di Stato onesta e degna di fiducia
La maggioranza degli americani, il 52%, non considera Hillary Clinton onesta e degna di fiducia. E' il dato, preoccupante per la campagna della candidata democratica alla Casa Bianca, che emerge da un sondaggio di Washington Post/Abcnews secondo il quale la fiducia nei confronti dell'ex segretario di Stato è nettamente diminuita negli ultimi mesi, un meno 22% rispetto allo scorso anno, ed ora solo il 41% degli americani la ritiene onesta e degna di fiducia. Il 49% degli americani ha una visione negativa di lei, mentre il 45% una visione positiva.
Il nuovo sondaggio conferma quindi che, se da una parte Clinton al momento non ha problemi sul cammino verso la nomination democratica, lungo il quale, almeno per ora, non sono apparsi degli avversari temibili, sul lungo termine l'ex segretario di Stato deve invece fare i conti con una crescente diffidenza da parte dell'elettorato in generale.
Questa è evidentemente la conseguenza dei diversi scandali emersi negli ultimi mesi, dalla questione dell'utilizzo di una mail privata mentre era al dipartimento di Stato fino al libro che solleva dubbi sull'attività della Fondazione Clinton e sulle donazioni milionarie che riceve anche da governi stranieri. La metà degli americani disapprova il modo in cui la Clinton ha gestito le domande sulla fondazione, e il 55% non ritiene sufficienti le risposte date sulla questione delle mail.
E poi c'è la questione dell'attacco al consolato di Bengasi, durante il quale l'11 settembre del 2012 morirono l'ambasciatore Chris Stevens ed altri tre americani. Clinton, che allora era segretario di Stato, è da anni considerata dai repubblicani la responsabile di un'azione di depistaggio tesa a non rivelare agli americani la verità su quell'attacco.
La questione sarà ovviamente usata dai repubblicani ed hanno convocato, di nuovo, Clinton a testimoniare sulla vicenda di fronte ad un'ennesima commissione d'inchiesta. Anche su questo fronte, metà degli americani disapprova il modo in cui finora Clinton ha gestito le domande su Bengasi.
