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La manovra "impegnativa" di Conte

09 settembre 2019 | 17.00
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(Afp)
(Afp)

di Luana Cimino
La manovra sarà "impegnativa". Il premier Giuseppe Conte nel suo discorso per la fiducia alla Camera prende atto dell'ardua mission che attende il nuovo governo chiamato a disinnescare la bomba ad orologeria dei rialzi Iva, pronti a scattare il primo gennaio, e ad allentare la morsa bassa crescita-alto debito che soffoca l'economia italiana. Un percorso a ostacoli, nel quale però l'esecutivo non rinuncia alla sua misura-bandiera, quella che da subito ha visto concordi i due partner del governo giallo-rosso: il taglio del cuneo fiscale, le tasse che pesano sulla busta paga degli italiani.

"La sfida più rilevante, per quest’anno, sarà evitare l’aumento automatico dell’Iva e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale", ha sottolineato Conte intervenendo a Montecitorio. "Le risorse - spiega - saranno reperite con una strategia organica e articolata, che includerà un controllo rigoroso della qualità della spesa corrente – a questo riguardo vanno completate e rese efficaci le attività di spending review – e includerà, altresì, un attento riordino del sistema di tax expenditures, che salvaguardi l’importante funzione sociale e redistributiva di questo strumento, nonché un’efficace strategia di contrasto all’evasione, da condurre con strumenti innovativi e un ampio ricorso alla digitalizzazione".

Ma la coperta è corta e appare un'impresa difficile reperire risorse equivalenti ai 23 miliardi di rialzi dell'imposta sul valore aggiunto (che rischia di passare dal 10% al 13% quella agevolata e dal 22% al 25,2% quella ordinaria) attraverso i tagli alla spesa corrente o, ben più difficile, con lo sfoltimento delle oltre 700 voci di deduzioni-detrazioni per un valore intorno ai 253 miliardi di euro, circa il 17% del Pil italiano. Capitolo quest'ultimo, nel quale si sono cimentati quasi tutti gli ultimi governi, con esiti fallimentari.

In cima al programma economico del Conte bis una riforma fiscale per un sistema più equo e più leggero. "Tutti, ma proprio tutti, devono pagare le tasse; questo affinché tutti possano pagare meno", ha affermato, inserendo nella prospettiva di una graduale rimodulazione delle aliquote a sostegno dei redditi medi e bassi l'obiettivo di riduzione del cuneo fiscale. Il tutto nel rispetto degli impegni Ue e della "sostenibilità del debito che avvieremo lungo un percorso di riduzione", ha garantito Conte.

Ma il premier ha invocato una nuova stagione di riforma dei Trattati Ue per non deprimere la crescita e rilanciarla con spese 'virtuose'. Occorre "migliorare il Patto di stabilità e di crescita e la sua applicazione, per semplificarne le regole, evitare effetti pro-ciclici, e sostenere gli investimenti a partire da quelli legati alla sostenibilità ambientale e sociale".

Intanto l'Italia coglie i frutti della rinnovata apertura di credito da parte dei mercati che permette una tregua sullo spread con relativi risparmi per i conti. "La diminuzione della spesa per interessi pagati sul nostro debito pubblico è una vera e propria 'riforma strutturale'", ha sottolineato Conte.

"Ogni euro risparmiato sulle prossime emissioni dei nostri titoli di Stato - conclude - consente, infatti, di eliminare, immediatamente e automaticamente, il capitolo più improduttivo della spesa pubblica in modo da liberare risorse pronte per essere investite nelle infrastrutture, nella scuola, nella sanità, e nella riduzione del carico fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese".

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