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La Mantia racconta ai bimbi le migrazioni in 'La montagna capovolta'

21 settembre 2021 | 18.43
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Francesca La Mantia  - (Foto Maurizio Durante)
Francesca La Mantia - (Foto Maurizio Durante)

"Quando mi è stato chiesto di parlare di migrazioni, ho subito pensato fosse necessario un 'capovolgimento di prospettiva' per far comprendere ai bambini quanto fossero importanti i concetti di accoglienza, integrazione ed equità". Francesca La Mantia racconta così il pensiero-guida del suo nuovo libro 'La montagna capovolta: le migrazioni narrate ai bambini', edito da Gribaudo. Terzo della serie 'La storia narrata ai bambini', fortemente voluta dall'autrice stessa, il libro fa parte una serie di volumi illustrati che affrontano con delicatezza temi importanti ed estremamente attuali, per permettere ai bambini di comprenderli nel modo a loro più consono.

Il libro narra, infatti, la storia di Nonna Caterina che, da sessant’anni residente in Belgio, porta il nipotino Rocco a visitare i luoghi della sua infanzia, sulla Majella, in Abruzzo. Mentre Rocco scopre panorami mozzafiato, per Caterina questo viaggio ha il sapore della riconciliazione con il passato; un passato duro, segnato dall’emigrazione della sua famiglia in Belgio, dove l’Italia nel dopoguerra spedì 64 mila uomini a lavorare nelle miniere di carbone, promettendo il miraggio di un futuro più roseo. Invece, la famiglia di Caterina in Belgio trovò la tragedia, quando l’8 agosto del 1956 nella miniera di Marcinelle scoppiò un incendio che causò la morte di 275 uomini, tra cui suo padre. Una storia intensa, delicata, e commovente sul disastro di Marcinelle, per parlare di quando erano intere comunità di italiani a migrare in terra straniera in cerca di lavoro e di un futuro migliore, da pagare spesso a caro prezzo.

"L’Italia, anche se in altre forme, rimane ancora oggi un popolo di migranti e solo incentrando sul 'noi' l’essere 'il diverso' possiamo meglio capire l’altro, le sue difficoltà, le forme di razzismo, gli slogan facili da usare che allo stesso tempo sono violenza sulla pelle di chi li subisce - osserva La Mantia - Come molti italiani nel corso dei secoli sono emigrati alla ricerca di un di un pasto caldo, di un tetto sotto la testa, di un lavoro e di una vita migliore, così negli ultimi anni il nostro Paese è diventato la meta per scappare dalla fame, dalla guerra, dalla carestia e dalla siccità. Non è facile per nessuno lasciare la propria casa e rischiare la vita, ma a volte rimane l’unica possibilità e la scorgi negli occhi dei genitori che affrontano il mare, in quelli che oggi a Kabul passano i figli oltre il muro sapendo di non vederli mai più, e in ogni padre che cerca di trasformare gli ostacoli, come una miniera, in una montagna capovolta, dove in fondo al tunnel, ognuno può accendere la speranza di una stella". 'La montana capovolta' contiene le illustrazioni di Cinzia Battistel ed è dedicato a tutti i bambini morti nel mar Mediterraneo, alle donne e agli uomini con le loro valigie fatte di sogni e di cartone e al padre dell’autrice che ha trasformato ogni ostacolo in una montagna capovolta.

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