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La medaglia sbagliata di Papa Francesco per la prima volta all'asta

29 maggio 2014 | 17.51
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La medaglia sbagliata di Papa Francesco per la prima volta all'asta

Coniata con un refuso per il primo anno di pontificato di Bergoglio e subito ritirata, fa parte dei 1.700 lotti messi all’asta il 5 e 6 giugno a Torino

Torino, 29 maggio 2014 – Compare per la prima volta in una vendita all'asta la medaglia sbagliata di papa Francesco, coniata a ottobre 2013 per il primo anno di pontificato di Bergoglio e poi subito ritirata, per un refuso contenuto nell’incisione del rovescio. Insieme a una moneta tra le più belle e rare di Casa Savoia, il 5 lire d'argento 'Aquila sabauda', è uno dei lotti più attesi all'asta numismatica Bolaffi che si svolge a Torino il 5 e il 6 giugno.

A rendere la medaglia ricercata è una 'L' incisa al posto di una 'J' nella scritta 'Jesus', sul rovescio della medaglia, dove compare il motto di Bergoglio. La frase originaria, che riprende la vocazione di Francesco avvenuta nel 1953, è "Vidit ergo Jesus publicanum et quia miserando atque eligendo vidit, ait illi sequere me". Sul fronte della medaglia, firmata dall'artista Mariangela Crisciotti, il pontefice è raffigurato in posa benedicente, con zucchetto e stola, sovrastato dall'incisione "Franciscus Pont. Max. An. I". Coniata in oro, argento e bronzo dall'Istituto Poligrafico e dalla Zecca di Stato, è stata distribuita l’8 ottobre 2013 ma subito dopo ritirata dal Vaticano, non appena è stato segnalato il refuso. Mai prima d'ora una medaglia papale era stata coniata con un errore. La base d'asta è di 3 mila euro.

L’esemplare fa parte di un catalogo di 1.700 lotti, per un valore complessivo che supera il milione di euro e abbraccia un arco temporale vastissimo. Tra i reperti più antichi ci sono le dracme del Regno Tolemaico e gli aurei degli imperatori romani, per passare agli stati preunitari e arrivare ai giorni nostri, con la medaglia del pontificato, la prima coniata con un errore, un particolare che la rende ancor più ambita dai collezionisti.

Ben rappresentata nel catalogo è l'epoca sabauda, con una panoramica quasi completa delle monete del 're numismatico', Vittorio Emanuele III, ma soprattutto con due rarità: l'80 lire d'oro di Vittorio Emanuele I del 1821, uno dei migliori mai comparsi sul mercato, e il 5 lire in argento coniato in appena 114 esemplari, con l'aquila araldica sul rovescio. I collezionisti potranno assicurarsele da una base di 30 mila euro.

«Fra le monete sabaude spiccano alcune massime espressioni delle coniazioni decimali – conferma Gabriele Tonello, esperto numismatico della casa d’aste – pregevoli anche per lo stato di conservazione. Ma non sono da trascurare le emissioni degli antichi stati italiani e quelle estere, dov'è massiccia la presenza di esemplari in oro». «Potrebbe rivelarsi una delle sorprese della vendita anche una banconota cinese da 10 Yuan del 1953 – aggiunge Tonello – fra le massime rarità delle emissioni cartacee del paese orientale». La cartamoneta rappresenta un capitolo pieno di curiosità, come il Mille lire del Banco di Napoli del 1903 e il biglietto di Banca da 500 'Grande C', uno dei più pregiati del Regno d'Italia.

Mentre i numismatici aspettano l'appuntamento di giugno, da oggi a sabato 31 maggio sono i filatelisti ad aprire le danze, con una scelta tra oltre 3 mila lotti di francobolli, sia italiani - dalle antiche emissioni degli stati preunitari a oggi – sia esteri.

Info: pressoffice@bolaffi.it

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