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Tv: in 'Lungo la Blue Line' la missione italiana tra Libano e Israele

23 aprile 2015 | 16.15
LETTURA: 4 minuti

Lunedì 27 aprile alle 21 in prima tv il docufilm con la regia di Andrea Bettinetti con la voce narrante di Filippo Timi. "Orgogliosi di poter avere l'opportunità di raccontare un pezzo di Italia così importante che rappresenta così bene i valori di uomini e donne italiani", ha spiegato Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia

Un momento delle riprese del docufilm 'Lungo la blue line'
Un momento delle riprese del docufilm 'Lungo la blue line'

La vita difficile, segnata da pericoli nascosti, dei soldati italiani lungo la linea di confine che separa il Libano da Israele. La quotidianità di militari lontani dalle loro famiglie al servizio della pace e delle popolazioni locali. Uomini e donne, impegnati a garantire la sicurezza, in una missione Unifil, che impegna il nostro contingente dal 2006. E' tutto questo il lungo racconto a più voci che viene presentato nel docufilm 'Lungo la blue line', che andrà in onda su Sky Cinema Cult Hd, in prima tv lunedì 27 aprile alle 21. Un vero e proprio viaggio tra le attese, le paure, il coraggio e la forza dei soldati che compongono il contingente del nostro Paese, accompagnato dalla voce narrante di Filippo Timi, prodotto da Good Day Films per la regia di Andrea Bettinetti.

Al centro della narrazione, in cui prendono la parola di volta in volta i protagonisti della missione, emergono tutte le fasi del lavoro svolto dagli italiani: dall'impegno negli uffici a quello negli ospedali e nei presidi sanitari a stretto contatto con la gente in difficolta, passando per i presidi più esposti, dove i pericoli si nascondono dietro l'angolo.

"Riteniamo - ha sottolineato Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia - che una tv come la nostra abbia anche dei doveri, e cerchiamo di eseguirli facendo delle scelte: quella di andare a raccontare l'esercito, e in un paese che fortunatamente vive in pace da molto tempo, non è facile. Siamo orgogliosi di poter avere l'opportunità di raccontare un pezzo di Italia così importante che rappresenta così bene i valori di uomini e donne italiani".

Il docufilm descrive le storie dei singoli militari, come quella del capitano Anna Chiara Rametta, sposata con un collega ufficiale stanziato a Herat e rimasto gravemente ferito in missione. O come quella del sergente Emanuele Volpe del team cinofilo anti-esplosivo. Ad essere 'svelato' è anche il legame quotidiano tra il primo maresciallo Marco Forte e il Caporal Maggiore Scelto Michela Forte, rispettivamente padre e figlia, che si sono ritrovati quasi per caso di stanza nella stessa base.

Il docufilm, ha evidenziato il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Danilo Errico, "è la dimostrazione di quanto l’esercito italiano sia una risorsa per il Paese, all’estero e in madrepatria, favorendo la diffusione della coscienza e la consapevolezza presso l’opinione pubblica di quello che facciamo quotidianamente. Quest’opera onora la memoria di quanti hanno sacrificato la vita o portano i segni del loro impegno sul proprio corpo".

Alla missione Unifil partecipano oltre 10mila soldati provenienti da diversi Paesi tra cui Belgio, Austria, Brasile e Germania. Obiettivo della missione italiana è quello di assistere il governo libanese ad esercitare la propria sovranità sul Libano e a garantire la sicurezza dei propri confini, in particolare dei valichi di frontiera con lo Stato di Israele.

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