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La nuova sfida

13 maggio 2019 | 10.38
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Scontro Di Maio-Salvini sulle imminenti elezioni europee. Il leader della Lega: "Sarà un referendum non elezioni europee". Il capo politico dei 5 Stelle: "L'ultimo a parlarne è stato Renzi, non gli è andata bene". Si discute anche sul conflitto di interesse

(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Si combatte sulle imminenti elezioni europee la nuova sfida all'interno del governo. Forte della vittoria in Sicilia, il vicepremier Luigi Di Maio ribadisce, su Facebook, come il 26 maggio "la scelta sarà tra chi vuole guardare avanti e chi, invece, spera in un altro Patto del Nazareno".
Il nuovo botta e risposta tra i due azionisti del governo è iniziato con Matteo Salvini che ha parlato di "un referendum non elezioni europee". ''L'ultimo che ha parlato di referendum è stato Renzi e non gli è andata bene. Io non sfido gli italiani, io li rappresento e voglio lavorare per rappresentarli. Gli italiani poi scelgono in libertà alle elezioni europee'', è la replica di Di Maio che su Facebook sottolinea: "Sento di continue telefonate tra la Lega e Berlusconi. Non so cosa ne pensiate voi, ma la coerenza a casa mia un valore ce l'ha".
Il capo politico dei 5 Stelle però non crede "che peggiorino i rapporti con Lega". Sempre in diretta Facebook da Matera, sottolinea che "in questi giorni, nei prossimi giorni", con l'alleato di governo "dobbiamo fare ancora tantissime cose" e "sono contento che la settimana scorsa abbiamo votato insieme il taglio di oltre 350 parlamentari della Repubblica così dalle prossime elezioni ci sarà un terzo di parlamentari in meno con un terzo di stipendi e poltrone in meno".

''Ci siamo detti che volevamo creare un governo del cambiamento e vogliamo portare avanti questo governo del cambiamento per altri 4 anni perché un anno è già quasi concluso. Quando parli di governo del cambiamento, poi non puoi fare l'occhiolino a Berlusconi. Non dico che la Lega lo stia facendo ma qui ogni giorno si sente di contatti per tornare da Berlusconi'', affonda il leader del Movimento 5 Stelle, parlando delle presunte telefonate tra Salvini e il leader di Forza Italia. ''Quelle persone come Berlusconi o come il Pd di Zingaretti, che vuole aumentare lo stipendio ai parlamentari - ha aggiunto - è meglio che se ne stiano all'opposizione. Anche perché, come vedete in Sicilia, quando poi vogliono andare a governare, si alleano e io non oso immaginare cosa possa significare avere Pd e Forza Italia insieme al governo del Paese''. 

Ma a creare tensioni è anche la legge sul conflitto di interessi annunciata da Di Maio. "E' nel contratto di governo e si deve fare - ha insistito il leader politico dei 5S -. Va fatta perché per contrastare la corruzione serve una legge che consenta ai 'prenditori', non agli imprenditori, di non avere più santi in Paradiso a discapito di tanti imprenditori". "Non sono contrario in linea di principio, basta che non sia contro qualcuno o contro qualcosa in particolare, afferma Salvini, ospite di Radio 24. "Vediamo la proposta dei 5 Stelle, fatemi leggere cosa c'è scritto - dice il ministro dell'Interno - è giusto limitare certe sovrapposizioni ma se mi si chiede se è un'emergenza nazionale, dico no. Ovunque mi chiedono di andare avanti con riduzione delle tasse e tagliare la burocrazia". "Se non ci fossero gli imprenditori" in politica "l'Italia non sarebbe il secondo Paese industriale d'Europa. Ci entrano tutti in politica, magistrati, avvocati, medici operai, giornalisti. Non si capisce perché qualcuno sì e qualcuno no".

Sullo sfondo resta l'amaro dell'annunciato decreto sicurezza bis. A Di Maio non piace? "Non ho capito contrario a cosa. I rimpatri sono accordi internazionali su cui sta lavorando in queste minuti il ministro Moavero a Bruxelles", ha detto ancora oggi Salvini, parlando da Zingonia, nel Bergamasco. Il decreto "io lo porto - aggiunge - se poi qualcuno ha nostalgia dell'immigrazione di massa incontrollata e dei porti aperti basta che lo dica". "Io gli altri decreti li leggo e se mi convincono li approvo, io ho dimostrato coerenza e la chiedo a tutti", conclude il ministro dell'Interno.

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