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La nuova vita delle bertucce salvate che tornano "famiglia"

20 luglio 2020 | 16.26
LETTURA: 3 minuti

Grazie alla Lav e al progetto 'Born to be wild', 4 delle 5 bertucce provenienti da sequestri realizzati stanno recuperano comportamenti tipici della specie

(Lav)
(Lav)

Quattro delle 5 bertucce provenienti da sequestri realizzati nell’ultimo anno e mezzo (2018-2020) stanno recuperano comportamenti tipici della specie e hanno formato un gruppo sociale. Risultati importanti ottenuti grazie all’attività di Lav nell’ambito del progetto internazionale "Born to Be Wild" e al programma di recupero presso il Centro di Recupero di Semproniano (Grosseto).

Al momento del sequestro, Rocket, Lucy, Buddy, e Calogero - questi i nomi delle 4 bertucce - mostravano un forte stress psicofisico, privati di un normale rapporto con i propri simili e detenuti illegalmente per anni in spazi angusti e non adatti alle loro necessità etologiche. Ora hanno ricominciato a esprimere i naturali comportamenti sociali, fondamentali per loro, arrivando a costituire un gruppo sociale tipico della loro specie, una “famiglia”.

Rocket è la prima bertuccia sequestrata da un ristorante tunisino a Cosenza, ha circa tre anni ed è il cucciolo del gruppo; Lucy, una femmina di circa 5-7 anni; viveva in un’autorimessa ad Andria e il sequestro è scaturito da un servizio di Edoardo Stoppa su Striscia La Notizia; Buddy, circa 6 anni, è stato sequestrato in Sicilia e affidato per 4 anni al Parco di Villa D’Orleans di Palermo, è il 'maschio Alfa' e il più scontroso, data la terribile esperienza in una piccola gabbia senza possibilità di nascondersi; Calogero, un maschio di 5-6 anni, era detenuto nel giardino di una casa privata nell’hinterland Catanese.

Oltre a questi quattro c'è poi la quinta bertuccia sequestrata, Pepa, una femmina di circa 5-6 anni, sequestrata per ultima a fine aprile 2020 durante una retata di polizia in contesto criminale. Ha problemi alle anche e alla spina dorsale per via delle modalità di detenzione e del fatto che ha vissuto sin da piccolissima con il pannolone. Sta finendo il suo periodo di quarantena e presto verrà inserita nel gruppo.

“Il progetto Born to Be Wild è molto importante perché, nonostante non se ne sappia molto, la presenza delle bertucce nelle famiglie in Italia è un fenomeno ancora molto diffuso e quindi è indispensabile far sapere all'opinione pubblica quanto sia scorretto tenere degli animali esotici in casa”, dichiara Valeria Albanese di Lav. In questo senso, aggiunge Roberto Bennati, direttore generale Lav, "Born to Be Wild è una risposta di repressione al traffico di bertucce di cui purtroppo il nostro Paese è crocevia".

La collaborazione con l’Arma dei Carabinieri ha reso possibile l’approfondimento di tematiche specifiche in relazione al traffico di bertucce, che sta favorendo la repressione del fenomeno. Lo scambio con la Lav, spiega il Generale Massimiliano Conti, Comandante Raggruppamento Carabinieri Cites, "permette di massimizzare tutte le energie in campo portando a numerosi successi di prevenzione e contrasto di reati in danno agli animali. L'animale esotico non è un animale adatto a vivere con l'uomo perché è uno stravolgimento della loro etologia, uno stravolgimento della loro natura e per quanto ci riguarda una violenza nei loro confronti”.

Per mettere fine al commercio di animali esotici, illegale o legale, Lav ha lanciato una petizione indirizzata al ministro dell’Ambiente Sergio Costa (change.org/nontrafficoanimali), oltre alla richiesta di abolire i mercati, le fiere, l’uso e l’uccisione degli animali selvatici ed esotici prevista nel Manifesto “Non torniamo come prima".

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