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La portavoce dei soccorritori: "A Vinnytsia si sono trasferiti molti ucraini, si sentivano al sicuro dalla guerra"

14 luglio 2022 | 17.18
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A causa dell'attacco di stamattina, "al momento si contano 22 morti, tra cui 3 bambini, 52 persone ricoverate, compresi 3 bambini, di cui 34 in gravi condizioni e 5 a rischio di perdere la vita"

La portavoce dei soccorritori:

"Vinnytsia è una bella città europea, lontana dalle operazioni militari: qui si sono trasferiti molti ucraini, per sentirsi al sicuro dalla guerra". E invece stamattina, proprio nel centro, alle 10,45, quando molte persone, fra le quali tanti bambini, passeggiano per le vie, "due missili russi hanno colpito un parcheggio auto, un palazzo di 9 piani e degli uffici: al momento si contano 22 morti, tra cui 3 bambini, 52 persone ricoverate, compresi 3 bambini, di cui 34 in gravi condizioni e 5 a rischio di perdere la vita". Lo ha raccontato all'Adnkronos la portavoce dei Servizi di soccorso (Ses) della regione di Vinnytsia Oksana Urbanska, aggiungendo che "20 auto sono andate a fuoco, mentre ancora 42 persone risultano disperse. Le ricerche sono tuttora in corso e sul luogo lavora senza sosta un totale di 312 persone del Ses con 33 mezzi, per spegnere l’incendio che ha riguardato il parcheggio e un'area di 750 metri quadrati. Fra questi sono in servizio psicologi, artificieri e unità cinofile".

Secondo quanto si è appreso, Vinnytsia sarebbe stata colpito da due razzi lanciati dal un sottomarino russo nel Mar Nero. La città si trova nel centro dell'Ucraina, nella regione omonima di Vinnytsia, ed è lontana dalle operazioni militari. "Qui - racconta la portavoce del Ses - la gente si sentiva relativamente tranquilla. È un città con molti abitanti, molto bella, un luogo di vacanza. Il palazzo colpito ha al primo piano una clinica per malati di cancro. Gli ucraini si sentivano al sicuro qui e non ci sono vittime militari ma soltanto civili. Voglio chiedere alla comunità internazionale di piangere per l’Ucraina e di aiutarci a fermare il genocidio del nostro popolo. Lo chiedo come donna e come madre".

(di Cristiano Camera)

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