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Sicilia: la paura dei tour operator, chiusura A19 ci porta al collasso

13 aprile 2015 | 17.26
LETTURA: 4 minuti

"Il recente cedimento del viadotto sulla Palermo-Catania, simbolo dello stato traballante dell’industria turistica siciliana, andrà a vanificare gli sforzi compiuti dagli operatori turistici siciliani. Sono sinceramente preoccupato per quanto accaduto. E' un'emergenza. Mesi di lavoro, investimenti promozionali per potere programmare una stagione turistica vengono gettati al vento in pochi minuti per una politica miope e poco lungimirante. E’ per noi difficile e vergognoso spiegare ai nostri interlocutori, Tour Operator stranieri, che questo disagio non si risolverà a breve e trasmettere quel concetto di imprevedibilità che riguarda la sua possibile soluzione". E' la denuncia di Dario Ferrante, managing director di Tour Plus Sicilia, uno dei maggiori tour operator della Sicilia. "Provo rabbia ad assistere impotente ad un simile disastro, proprio alle porte di una stagione turistica che, per il particolare momento storico - dice ancora Ferrante - che avrebbe potuto essere particolarmente favorevole alla Sicilia. Rischiamo il collasso".

"Sono tanti i punti nevralgici. Il trasporto dei nostri turisti avviene con bus per i quali è consigliata la deviazione via Messina (dato che le altre alternative sono riservate solo ai mezzi leggeri). Considerato il fatto che l’aeroporto di Catania rappresenta il principale aeroporto di riferimento per i flussi turistici dall’estero in Sicilia, questo comporta enormi disagi e costi non preventivati per l’intera prossima stagione 2015 su tutti i flussi in arrivo e partenza da Catania per destinazioni collocate aldilà dell’interruzione, come Cefalù - dice ancora Dario Ferrante - Proprio Cefalù e le Madonie, tra le destinazioni turistiche, subiranno il danno maggiore. I trasferimenti in arrivo e in partenza dall’aeroporto di Catania via Messina dureranno circa 100 Km a tratta in più. Sabato i nostri bus hanno impiegato 3 ore e mezza a svolgere la tratta contro le consuete due ore. Abbiamo dovuto cambiare gli itinerari di tutte le escursioni previste verso attrazioni quali Etna o Agrigento".

E ancora: "Alcune zone turistiche, come Piazza Armerina da Cefalù, risultano praticamente irraggiungibili e verranno probabilmente tagliate fuori dagli itinerari turistici. In aggiunta al danno per i turisti, la beffa delle enormi spese supplementari a cui saranno costretti a sobbarcarsi i tour operator. Chi dovrà infatti farsi carico delle spese extra per pacchetti turistici già pubblicati e regolarmente prenotati per l’intera stagione 2015?".

Ferrante, subito tavolo tecnico per affrontare problemi settore

(Adnkronos) - Per Ferrante è "fondamentale valutare la fattibilità e realizzare, se possibile, la bretella lungo la strada di cantiere che consenta di aggirare l’interruzione in tempi brevi. E’ evidente che a brevissimo la Palermo/Agrigento (già disastrata per via di crolli, interruzioni, frane), la Palermo/Messina e la Messina/Catania si andranno ad intasare notevolmente nell’accogliere traffico supplementare. E dimentichiamo (per le finalità turistiche) pensare al “treno veloce” (un eufemismo quando si parla di 190 km in oltre 3 ore) o al “volo interno” come soluzione".

"Questa è una vera emergenza. Auspico un tavolo tecnico dedicato per portare le problematiche dell’industria turistica al governo nazionale, inserendo apposite misure economiche per supportare i danni agli operatori turistici siciliani", conclude.

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