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Mostre: la Prima Guerra Mondiale a 1 euro per Ferragosto

13 agosto 2015 | 19.31
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Giulio Aristide Sartorio, 'Sulla strada di Giavera durante il bombardamento', 1918, Roma, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Foto: Marcello Leotta)
Giulio Aristide Sartorio, 'Sulla strada di Giavera durante il bombardamento', 1918, Roma, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Foto: Marcello Leotta)

Le Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo scelgono di rimanere aperte a Ferragosto e propongono un ingresso speciale ad 1 euro per visitare la triplice mostra dedicata alla Prima Guerra Mondiale 'La Grande Guerra. Arte Luoghi Propaganda', curata da Fernando Mazzocca.

La mostra propone il racconto della fine di un’epoca attraverso l’incontro con grandi artisti italiani e capolavori mai visti, che hanno cambiato l’arte dell’Italia tra un secolo e l’altro. Un percorso per comprendere come la Grande Guerra debba considerarsi come il decisivo punto di svolta rispetto alla civiltà ottocentesca e, di fatto, la porta di ingresso del mondo a noi contemporaneo.

Si potrà entrare nei tre musei di Intesa Sanpaolo a Milano in Piazza Scala, a Napoli a Palazzo Zevallos Stigliano e a Vicenza a Palazzo Leoni Montanari con un biglietto di solo 1 euro sia sabato 15 che domenica 16 agosto. La mostra chiuderà il prossimo 23 agosto dopo l'apertura avvenuta lo scorso 2 aprile.

Ferragosto diventa dunque un'occasione per chi non ha ancora visto i quasi 500 capolavori esposti nelle Gallerie d'Italia provenienti dalle collezioni di una sessantina di Musei pubblici italiani e stranieri e da una trentina di collezioni private.

Il biglietto simbolico è un invito a visitare i tre Poli Museali di Intesa Sanpaolo in tre bellissimi luoghi italiani, un invito indirizzato sia a chi rimane in città a Ferragosto sia agli stranieri che scelgono l'Italia come meta turistica e culturale per le proprie vacanze.

"Con questa nuova iniziativa - ha affermato il Direttore delle Gallerie d’Italia e Responsabile dei Beni Culturali di Intesa Sanpaolo, Michele Coppola - vogliamo testimoniare convintamente la volontà di Intesa Sanpaolo di rendere le Gallerie d’Italia un luogo sempre di più aperto a tutti e le nostre collezioni un bene davvero fruibile. Visitare infine la mostra La Grande Guerra è un’occasione irripetibile per ammirare i quasi 500 capolavori d’arte di tanti artisti che vissero in prima persona l'esperienza della Prima Guerra Mondiale”.

In ciascuno dei tre spazi espositivi viene declinato uno dei tre temi centrali dell'allestimento: a Milano il tema è 'La Grande Guerra. Arte e artisti al fronte'. Titolo sotto il quale si indagano i movimenti artistici, partendo dalla stagione dorata della Belle Époque, con il Liberty, o Art Nouveau, il Simbolismo e il Divisionismo.

Poi l'attenzione si focalizza sui pittori e sugli scultori che parteciparono in prima persona al conflitto e sull’affermarsi delle nuove avanguardie, come il Futurismo, che rappresentarono un decisivo punto di svolta rispetto alla società ottocentesca.

Dopo una riflessione sugli anni contraddittori e devastanti della guerra, la rassegna si conclude sulle opere destinate alla celebrazione della vittoria e alla costruzione del mito della Grande Guerra, in anni che in parte coincisero con l’ascesa del Fascismo.

Il percorso espositivo milanese, che comprende oltre duecento opere, è articolato in quattro grandi sezioni: due indagano gli anni prima della guerra, le altre due sono dedicate agli anni durante e dopo il conflitto.

In mostra, tra gli altri, autori come Giacomo Balla, Cagnaccio di San Pietro, Pietro Canonica, Galileo Chini, Mario de Maria, Achille Funi, Arrigo Minerbi, Plinio Nomellini, Gaetano Previati, Ottone Rosai, Giulio Aristide Sartorio - di cui viene esposto quasi al completo il ciclo Poema della vita umana - Gino Severini, Adolfo Wildt.

A Napoli il tema è 'La Grande Guerra. Società, propaganda, consenso' e l'allestimento racconta la nascita della comunicazione di massa avvenuta in occasione del conflitto, il cambiamento di prospettiva, di temi e anche di linguaggio.

A Palazzo Zevallos Stigliano l’attenzione non è tanto sugli eventi bellici, quanto sulle emozioni che si vogliono far percepire e sulle azioni che si vogliono suscitare lontano dal fronte, dalla pietà all’orrore, dal riscatto dopo Caporetto a una nuova presa di coscienza da parte dell’intero Paese.

Oltre a un centinaio di manifesti originali - che rendono la popolazione partecipe dell’evento portando la voce delle retrovie, la responsabilizzano, la convincono a fornire supporto economico e aiuti di vario genere - un allestimento multimediale contribuisce ad approfondire l’evoluzione del conflitto.

Il visitatore è accompagnato da un continuo confronto con manifesti stranieri, da musiche - tra composizioni d’autore, brani musicali e canzoni di guerra - che testimoniano il momento storico e da un approfondimento su un nuovo linguaggio del Novecento, il cinema, che da allora ebbe un successo crescente.

'La Grande Guerra. I luoghi e l’arte feriti' è il tema dell'allestimento vicentino con protagonisti gli artisti-soldato, coloro che sono stati diretti testimoni della guerra, sia perché vi parteciparono in qualità di volontari, convinti dell’opportunità di riscattare le cosiddette terre irredente, come Trento e Trieste, sia perché operarono in veste ufficiale di reporter con l’incarico di documentare gli eventi.

Circa centotrenta opere testimoniano, attraverso dipinti e disegni, la realtà del fronte italiano, gli aspetti quotidiani della vita dei combattenti in trincea e la devastazione di un paesaggio umano e naturale divenuto tra i teatri più cruenti del conflitto.

In esposizione disegni di Innocente Cantinotti, ripresi dal vero tra gli accampamenti e le trincee; dipinti di Achille Beltrame, il più popolare degli illustratori di giornali del tempo; dipinti di Anselmo Bucci e quello di Italico Brass che documenta le manovre militari; litografie di Aldo Carpi; disegni di Michele Cascella.

Ad attestare che nulla venne risparmiato, una sezione della mostra ricostruisce la vicenda relativa ai gravi danni subiti dalla Gipsoteca di Possagno e in particolare dai bellissimi gessi di Antonio Canova ridotti in molti casi a volti e corpi mutilati.

Vi è inoltre una sezione fotografica con scatti di Luca Campigotto realizzati nel 2013 nell’ambito del progetto Teatri di guerra, curato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dedicata a quelle testimonianze della guerra di montagna - percorsi, sentieri, trincee, forti, postazioni, gallerie, grotte - che in cento anni la natura non è riuscita né ad assimilare né a cancellare del tutto. .

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