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'La Primavera' di Jovanotti arriva col Natale

17 dicembre 2021 | 00.05
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L'artista pubblica cinque nuovi brani, una nuova puntata del suo Disco del Sole, anticipato da 'Il Boom'

'La Primavera' di Jovanotti arriva col Natale

A pochi giorni dal Natale, Jovanotti pubblica cinque nuovi singoli che sono una nuova puntata del suo 'Disco del Sole'. Nell'era della musica liquida, cioè fruibile senza supporto fonografico tradizionale (cd, vinile, nastro), il concetto di album è d'altronde superato. E si fa sempre più spazio una produzione cadenzata da singoli: degli album 'a puntate' appunto. Così Lorenzo, dà il via al suo 'flusso' di nuova musica, anticipato da 'Il Boom', con cinque brani molto diversi tra loro ma accumunati da quella "voglia di vita, aria, luce, ritmo, allegria, batticuore, avventura" che lo contraddistinguono da sempre e che l'artista ha accarezzato ancor di più durante la pandemia.

"Ho deciso di non uscire subito con un album - spiega Jovanotti - sebbene abbiamo lavorato a più di venti pezzi, prima da solo, poi con qualche mio compagno musicista, poi due mesi con Rick Rubin, in una selva tra l’Appennino e il mare, dentro ad una scuola abbandonata negli anni 50 quando le campagne si spopolavano e l’agricoltura si meccanizzava. Come scolari discoli insieme a Rick 'mangiafuoco' Rubin abbiamo aperto tutta questa roba che nei mesi avevo accumulato in modo del tutto istintivo, senza pensare a niente, completamente scollegato da tutto ciò che non fosse un enorme sentimento di Amore e di voglia di vita, aria, luce, ritmo, allegria, batticuore, avventura.”

Cinque brani che, aggiunge, "sono cuore e istinto e arrivano dopo Il Boom, con il suo immaginario travolgente, elettrico, colorato, appassionante, da ballare a volume esagerato. Un pezzo futurista, una 'scatola di smontaggio di ogni cosa abbia la forma di una canzone' che è esplosa in 26 remix micidiali, uno più forte dell’altro. I cinque brani sono stati finalizzati la scorsa settimana a Milano con Pino Pinaxa Pischetola e da oggi sono disponibili dappertutto", aggiunge.

Dopo Il Boom ecco dunque arrivare 'La Primavera' in anticipo sul calendario: un brano che è una sorta di title-track di questo quintetto di brani (gli altri quattro sono 'I love you baby', 'Un amore come il nostro', 'Tra me e te' e 'Border jam'). 'La Primavera' è un singolo che attinge al synth pop degli anni '80 e miscela ritmica scarna, sequencer, distorsioni e un pizzico di french touch nel dolce basso, ostinato e ricorrente. Un invito a incamerare le energie giuste, le esperienze positive, pronto a tenere viva l’aura musicale di ognuno di noi. “'La Primavera' - dice Jovanotti - esce quando inizia l’inverno, come un’affermazione, una dichiarazione di intenti. È un pezzo nato da un demo strumentale che ho ricevuto da Noochie Rigano e Riccardo Onori, miei collaboratori di tanti anni. Avevo quelle due strofe scritte su un cellulare. Ricordo anche il giorno in cui le ho scritte, ma non ricordo perché, anzi lo ricordo ma non lo dirò. Le ho cantate sulla base e poi è nato il ritornello così come nasce un fiore selvatico. A giugno 2021 ho riacceso il mio studio dopo tanti mesi in cui avevo lavorato solo con mezzi di fortuna (chitarra, cellulare, iPad, quaderni e post it) e 'La Primavera' è nata, ma assomigliava un po’ troppo all’estate (addosso) così per un po’ l’ho messa in panchina. Quando Rick mi ha chiesto di ascoltare tutti i provini che avevo (circa 40) l’ho messa in coda, e lui quando l’ha sentita mi ha chiesto di cosa parlavo. Della primavera ho detto, la stagione in cui la natura fiorisce di nuovo, ma non una natura addomesticata. Questa primavera è selvatica, ha una tensione dentro, una forza sovrannaturale, qualcosa che per me resta un mistero. Così lui mi ha risposto 'entriamoci', e dentro quel caos di mille tracce che avevamo messo nel demo lui ha fatto la magia e mi ha chiesto di cantarla diverso, senza spingere. Ho pensato a Franco, con me lì c’era Pinaxa e gli ho detto 'provo a cantarla pensando di essere con Battiato. Insegnami, facciamogli un omaggio velato, un fiore per lui'”. E nell'attacco del pezzo l'omaggio salta alle orecchie.

Di 'I love you baby', Lorenzo dice: “Lo ammetto, sono pazzo di questo pezzo. Lo so non è elegante dirlo ma è così, se lo avesse fatto un altro gli farei la Ola, per fortuna l’ho fatto io. È una canzone d’amore, è per una ragazza che deve scalare una montagna, attraversare l’oceano a nuoto, baciare un rospo in bocca senza nessuna garanzia che si trasformerà in principe. Certe cose non si possono dire in modo enfatico, bisogna dirle ballando, agitando le braccia, alzando il volume, cantando al limite della tonalità, un passo prima che la voce diventi un urlo".

Poi c'è la ballad tutta sentimento 'Un amore come il nostro', una canzone cantata in purezza. “Eravamo a Milano, luglio 2020, io e le mie ragazze. La mattina ogni tanto prendevo la chitarra e cantavamo canzoni che ci piacciono. Dalla cassa Bluetooth usciva una playlist dei Green Day che le mie ragazze adorano, e pure io. Poi è partita 'Something stupid' dei due Sinatra. La Teresa mi ha detto 'Babbo dovresti scrivere una canzone così' e io ho pensato 'embè...' Poi ho preso la chitarra e ne ho scritta di getto una che la imitava un po’, ma quasi giocando le parole mi uscivano insieme alla melodia e mi piacevano, erano vere, avevano forza. L’ho appuntata nei memo vocali del cellulare e ho aspettato l’autunno e poi l’inverno e a capodanno del 2021 l’ho registrata con garage band nel mio laptop. A capodanno eravamo in casa da soli noi tre, e dopo il brindisi l’ho suonata, e alle ragazze è piaciuta. Buon anno, avanti tutta.”

Delicata, con pochi accordi e tanto pathos, è 'Tra me e te', dove Lorenzo si mette vocalmente a nudo. “È una ballad, una canzone d’amore, una dedica che non mi era stata richiesta, infatti lei non è nella stanza con me mentre la canto, ma è con me nel senso che occupa ogni mia cellula. 'Tra me e te' è una mini-canzone, piccola al limite dell’inesistenza, e forse non è questa l’epoca buona per canzoni così, incerte, zoppicanti, ma non mi frega niente, a me piace. Rick mi ha proposto di evitare di farla con la chitarra acustica, per portarla da una parte meno tradizionale, così ho chiesto a Davide Rossi se mi faceva una linea di violoncello solo. Dammi un’indicazione, mi ha detto, e io 'alla Bach' e lì il cielo ha tuonato e si sono accesi tutti gli allarmi", ride Lorenzo.

Infine arriva 'Border Jam', che vuole essere una festa collettiva dove la marmellata di confini del titolo si ritrova nelle influenze musicali. “Tutti hanno opinioni e moltissimi ci tengono ad affermarle, radicalizzarle, difendere, esporle, gridarle, farsene un’identità, e a me va benissimo, ci mancherebbe. Il mio problema è che non ho molte opinioni, ho piuttosto delle sensazioni. Se interrogo le mie opinioni il mio parlamento interiore si divide su quasi tutto. Non tutto, ma quasi. Se invece interrogo i miei sogni non ho dubbi: io sogno un mondo senza confini. Punto. Questa canzone parla di un sogno, anzi balla di un sogno, è una festa per sognatori, non è un manifesto politico, è una jam, che vuol dire marmellata. C’è dentro il carnevale, l’Africa, i Clash, la California, il Jova Beach Party, New Orleans, i Balcani, il Mediterraneo… non so cosa c’è dentro, è una jam, una marmellata. Buona però la marmellata, a me piace”, sottolinea sornione Jova.

I cinque brani sono accompagnati dal video de 'La Primavera', un corto cinematografico psichedelico, un video onirico, unico per la storia di Lorenzo. Nel video esplodono i colori ma è delineato anche un forte racconto interiore. A sottolineare che la primavera è una stagione, ma anche un sentimento. Ed è così bella, spensierata, allegra e gioiosa forse anche perché prima c’è l’inverno. Girato in pellicola da Tommaso Ottomano, il videoclip è stato ambientato negli spazi del Teatro Grande di Brescia. Nel video Lorenzo è accompagnato dai suoi compari Saturnino, Riccardo Onori e Kalifa Konè.

“Ho notato Tommaso Ottomano - racconta Jovanotti - per un video di Lucio Corsi che è un cantautore che seguo e che mi piace moltissimo. Abbiamo chiacchierato un po’ ed è nata l'idea del video dalla nostra immaginazione incrociata e dai riferimenti reciproci più disparati. Alcuni riferimenti stilistici precisi: le immagini di Terry Gilliam, lo splendido ottantunenne tra i più grandi registi di tutti i tempi e la sua assurda avventura del Barone di Münchhausen. La commedia dell’arte, vera intramontabile radiografia dell’Italia. Giganti come Dante Ferretti e Francesca lo Schiavo, la grande costumeria italiana, il rococò, i viaggi nel tempo, i video dei primi anni 90 prima che questo formato si trasformasse in occasione per product placement e poco più. Tommaso è bravissimo e ha una forza espressiva non allineata all’estetica del momento, se ne frega delle tendenze e punta all’effetto, ci siamo trovati benissimo a lavorare insieme, è meticoloso e poetico. Il mio amico di una vita Umberto Angelini dirige il teatro grande di Brescia e da tanto ci ripromettevamo di fare qualcosa in quel luogo meraviglioso e oggi l’occasione è arrivata, è un posto di una bellezza assurda. Volevo che la primavera avesse un video divertente e un po’ magico, con dentro emozioni miste, come del resto è la canzone, la primavera è la fioritura, e la fioritura non la governi, ci stai dentro, partecipi. Nel video si fa a botte, si balla, si suona, si scappa e si insegue, si partorisce, si salta sul letto, si passa attraverso le 4 stagioni come una compagnia teatrale in cerca della sua scena che cambia sempre. I costumi che indosso sono frutto di una ricerca nelle grandi costumerie teatrali, uno dei look è un originale da un Rigoletto del 1929. L’armatura d'oro riflette la luce del sole, e moltiplica come uno specchio i mondi in cui passo dentro, e sia io che il bimbo/bimba che nasce e subito diventa grande abbiamo la punta del naso dorata, piccoli dettagli da scoprire tra i molti che sono nel video”, conclude.

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