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Alcol: Migliaccio, 1% entrate produttori per cliniche disintossicazione

24 gennaio 2015 | 14.14
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Pietro Antonio Migliaccio, i fondi servirebbero anche per formare al consumo responsabile

Alcol: Migliaccio, 1% entrate produttori per cliniche disintossicazione

"A mio parere bisognerebbe che, con una legge ad hoc o con un accordo spontaneo, tutti coloro che guadagnano sui prodotti alcolici donassero l'1% del loro fatturato da investire nell'educazione al bere responsabile, ma anche per creare dei veri e propri centri di disintossicazione e terapia dell'alcolismo, dove le persone possano trovare un luogo in cui curarsi gratuitamente". E' la proposta di Pietro Antonio Migliaccio, presidente della Società italiana di scienza dell'alimentazione (Sisa) e del congresso 'Bevande alcoliche: un problema sottovalutato' in programma giovedì al Cra-Nut di via Ardeatina 546, Roma.

Serve un 'patto', dunque, secondo l'esperto, per far sì che le associazioni di aziende produttrici di vino, birra e altre bevande alcoliche "si responsabilizzino nei confronti della formazione dei giovani su questo tema. Stiamo vedendo sempre più diffuso il fenomeno del 'binge drinking', le ubriacature 'spot' del sabato sera; gli incidenti stradali dovuti alla guida in stato di ebbrezza preoccupano ancora e in ogni caso, anche se le persone non arrivano a superare il limite consentito dalla legge, le autorità segnalano che moltissimi, comunque", hanno alcol nel corpo.

"L'impatto negativo del bere, poi - aggiunge Migliaccio - può sfociare in comportamenti aggressivi e in violenza familiare, di cui fanno le spese più spesso le donne. Infine, la scienza e la ricerca mostrano che c'è un legame stretto fra consumo di alcol e alcuni tipi di tumore, soprattutto del seno e del colon. Dobbiamo mettere tutti questi temi sul tavolo e parlarne, come faremo al congresso, dove parleranno relatori con esperienze diverse".

L'esperto non intende condannare tout court il consumo di alcol: "Se un paziente viene da me e afferma di gradire una moderata quantità di bevande alcoliche durante i pasti - assicura - lo assecondo: è consentito mezzo bicchiere di vino al giorno, ad alta gradazione. Questo perché i vini più 'forti' e corposi si prestano meglio a essere centellinati e 'goduti' dal paziente più a lungo. Se invece ho davanti un paziente problematico, che mi confessa di consumare molto alcol, ordino analisi del sangue e una ecografia epatica. Noi nutrizionisti siamo le 'sentinelle' di problemi di alcol e possiamo inviare efficacemente le persone a cure specialistiche".

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