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Stop caporalato con trasporti pubblici nelle campagne, la proposta di Bellanova

24 agosto 2015 | 17.04
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Stop caporalato con trasporti pubblici nelle campagne, la proposta di Bellanova

Per combattere la piaga del caporalato nelle campagne e "fare in modo che le vittime possano uscire dal loro isolamento bisogna innanzitutto creare intorno a questi lavoratori un consenso sociale". E' una sorta di appello quello che lancia il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, interpellata dall'Adnkronos in merito ai drammatici casi nelle campagne pugliesi dei quali sono rimasti vittime braccianti italiani.

"Non si può chiedere ai lavoratori, vittime del caporalato, "di fare gli eroi", di rinunciare magari a 27 euro al giorno in cambio di nulla. Di qui la proposta di Bellanova di creare condizioni di lavoro dignitose e prevedere "forme di trasporto pubblico che possano seguire il lavoratore nei campi". Solo così infatti ci si "può liberare dal caporalato che svolge funzioni e servizi che altri non danno".

"Bisogna uscire da ogni ipocrisia e la politica, le istituzioni tutte, non devono girarsi dall'altra parte quando si è davanti a casi di sfruttamento del lavoro. Nessuno deve negare il fenomeno" rimarca il sottosegretario. "I tavoli di confronto devono coinvolgere tutti i livelli istituzionali locali e nazionale, il governo, e vanno fatti degli avvisi comuni tra le parti sociali" perché "è un fenomeno molto più diffuso di quanto si pensi, da nord a sud".

E non servono nuove norme. "In Italia ci sono norme di eccellenza a livello europeo, abbiamo inserito nel codice penale il reato per grave sfruttamento dei lavoratori e di intermediazione illegale di manodopera. Dunque le norme ci sono, ma i rappresentanti politici devono utilizzarle".

Intanto, il sottosegretario anticipa che "al prossimo Cdm saranno portati i decreti attuativi per l'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal)", l'organismo con il quale il ministero del Lavoro intende garantire i livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale e monitorare le politiche occupazionali, e dunque anche per la manodopera adoperata dalle imprese agricole che, tra l'altro, spesso, si avvalgono di lavoratori immigrati.

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