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Lavoro: la ricerca, 80% aziende Ue preoccupato da sintomi stress

27 gennaio 2015 | 16.18
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Dall'Agenzia europea per sicurezza e salute sul lavoro.

Lavoro: la ricerca, 80% aziende Ue preoccupato da sintomi stress

Morale basso, scarsa concentrazione, poca produttività e più giorni di lavoro persi. Sono i sintomi da stress da lavoro, un problema che preoccupa ben l'80% delle aziende europee. Solo un terzo, però, adotta procedure per contrastarlo. A puntare l'attenzione su un problema diffuso è l'Agenzia europea per sicurezza e salute sul lavoro (Eu-Osha), che ha pubblicato on line una guida dedicata alla gestione dello stress lavoro-correlato.

Innanzitutto, si parte da una definizione. Lo stress non è la pressione in sé delle sfide quotidiane, che sono "una normale componente della vita", ma sopraggiunge quando la persona percepisce "uno squilibrio tra le richieste lavorative e le risorse fisiche e mentali a disposizione per fronteggiarle".

Non è una malattia, si avverte, ma può provocare problemi di salute, come maggior predisposizione a subire l'attacco di virus e batteri, ma anche i lividi e le contusioni possono guarire più lentamente. Al di là delle componenti legate alla vita privata, diversi i motivi che lo scatenano sul luogo di lavoro: mancanza di supporto, poco coinvolgimento e informazioni sui propri compiti, molestie, richieste eccessive. Pesanti le conseguenze sulla salute del singolo e dell'azienda: causa la metà delle assenze su lavoro e si tratta, nel 40% dei casi, di assenze più lunghe rispetto a quelle dovute ad altri problemi di salute.

Inoltre, può quintuplicare la possibilità che si verifichino incidenti sul luogo di lavoro. Di qui l'idea di una 'guida elettronica' rivolta ai datori di lavoro, in particolare di quelli che impiegano meno di 50 addetti.

Ecco, quindi, alcuni consigli: in primis 'sensibilizzare' il personale a riconoscere i sintomi in se stessi e negli altri, incoraggiare a parlare e discutere, quindi valutare e agire in modo correttivo.

Insomma, evitare di far finta di niente, perché "non gestire i rischi psicosociali può essere un costo per l'azienda". Il datore di lavoro "non è uno psichiatra e l'azienda non è un consultorio", ricorda la guida; tuttavia è "sbagliato anche pensare che il problema non entri nelle proprie competenze". Anzi, "le cause più comuni di stress da lavoro sono dovute a cattive prassi e procedure gestionali" su cui si può tempestivamente intervenire.

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