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La salma di Pablo Neruda restituita a famiglia, domani un nuovo funerale

25 aprile 2016 | 17.44
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Un momento della riesumazione del corpo di Pablo Neruda (Xinhua)
Un momento della riesumazione del corpo di Pablo Neruda (Xinhua)

Nuovo funerale per Pablo Neruda (1904-1973): i resti mortali sono stati restituiti alla famiglia del grande poeta cileno per essere seppelliti ma sulle cause della sua morte non c'è nessuna certezza ufficiale, dopo che il suo autista aveva ipotizzato un avvelenamento su ordine del generale golpista Augusto Pinochet. Quasi tre anni di indagini medico-legali non sono riuscite a formulare un verdetto univoco sul decesso, che resta tuttavia attribuito a un tumore alla prostata.

Le spoglie del Premio Nobel della letteratura 1971 sono state consegnate dal Tribunale di Santiago del Cile al servizio medico-legale del ministero della Sanità cilena, che a sua volta le ha affidate alla famiglia dello scrittore per l'ultimo viaggio terreno.

Domani, martedì 26 aprile, i resti mortali di Pablo Neruda saranno interrati a Isla Negra, sulla costa centrale del Cile, dove si trova la sua casa-museo, accanto alla tomba della moglie Matilde Urrutia. Nel giardino dell'ultima residenza del poeta la salma dell'autore di "Confesso che ho vissuto" era già giunta nel 1992, dopo che in precedenza aveva riposato nel cimitero di Santiago del Cile.

Prima di partire alla volta di Isla Negra, oggi a Santiago del Cile si è svolto una solenne cerimonia funebre nella sala di rappresentanza dell'Ex Congreso con la presenza del feretro avvolto nella bandiera cilena. Al rito di saluto hanno preso parte numerose autorità, tra le quali il presidente del Senato, Ricardo Lagos Weber, e il deputato comunista Guillermo Teillier.

Durante la cerimonia sono state lettere alcune poesie del Premio Nobel e si sono esibiti la cantante Carolina Sanzana e il gruppo musicale Barroco Andino che hanno proposto una versione in musica di celebri poesie dell'autore.

Tre anni fa un gruppo di medici legali, in accordo con le autorità giudiziarie cilene, hanno sottoposto la salma del Premio Nobel a una serie di lunghi esami per verificare l'attendibilità della testimonianza del suo autista e guardia del corpo, Manuel Araya, secondo cui il poeta sarebbe stato assassinato per volontà del generale Pinochet nella clinica Santa Maria a Santiago mediante una misteriosa iniezione pochi giorni dopo il colpo di Stato.

Nello scorso febbraio il giudice cileno Mario Carroza, che aveva disposto la riesumazione della salma di Pablo Neruda, ha deciso che non si poteva ulteriormente prolungare la custodia dei resti mortali fino ad allora a disposizione del tribunale, ordinando la loro restituzione alla famiglia.

Nel novembre 2013 il direttore del servizio medico legale cileno, Patricio Bustos, ha fatto analizzare la salma di Neruda concludendo che il poeta è morto a causa di un tumore alla prostata, il cui decorso fu forse accelerato dallo stress emozionale dei giorni del golpe. Nessuna sostanza velenosa è stata rintracciata nel corpo, se non tracce dei medicinali e degli antidolorifici assunti per contrastare il cancro, mentre nelle ossa erano presenti molte metastasi.

I nipoti del poeta nel gennaio 2015 hanno ottenuto un supplemento di inchiesta e la riapertura dell'indagine, con nuovi esami scientifici sui reperti biologici prelevati dalla salma nella primavera 2013, onde ricercare specifiche sostanze chimiche o metalli pesanti, letali in breve tempo in un organismo debilitato.

Nel maggio 2015 un team spagnolo ha annunciato il ritrovamento di proteine anomale nelle ossa di Neruda, non riferibili a farmaci, alcune legate al cancro e altre a un'infezione improvvisa e assai rapida.

Anche questa indagine è stata avviata verso l'archiviazione, ma il governo cileno, di fronte ai persistenti dubbi, ha istituito due commissioni scientifiche che nel novembre 2015 hanno redatto un documento in cui si legge che è probabile che Neruda non sia morto "a causa del cancro alla prostata di cui soffriva", e che "risulta chiaramente possibile e altamente probabile l'intervento di terzi", concludendo che al paziente "fu applicata un'iniezione o gli fu somministrato qualcosa per via orale che ha fatto precipitare la sua prognosi in appena sei ore".

Per il giudice Mario Carroza tutto l'affaire legato alla morte di Neruda, pur senza conclusioni definitive sulle cause, ha imposto tuttavia la restituzione della salma per una degna sepoltura del grande poeta che avverrà domani.

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