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La scuola più piccola d'Italia: "Con covid buchi sono voragini"

15 settembre 2020 | 17.18
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Fortunato di Bartolo dirige la scuola Angelo D'Ajetti di Pantelleria: "'In barba a difficoltà, io accetto sfida. Per isole e zone montane governo attivi sistemi premiali"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

A parte 5750 mascherine per gli studenti e 2mila per il personale nonché il gel sanificante pronti in loco per l'uso, la situazione della 'Direzione didattica Angelo D'Ajetti a Pantelleria, la scuola autonoma più piccola d'Italia per numero di studenti (411 in tutto), è tragicamente nella norma con un "covid che rischia di trasformare i buchi in voragini". Fortunatamente la campanella suonerà più tardi, il 24 settembre, ed "io, in barba alle difficoltà, accetto la sfida". A lanciare l'allarme all'Adnkronos è il dirigente scolastico Fortunato di Bartolo, il terzo nominato in carica in un anno, dal settembre 2019 quando il coronavirus non era ancora entrato in scena.

"Manca del tutto la segreteria amministrativa, a parte la direttrice appena nominata sabato scorso", riferisce il preside della D'Ajetti, composta da sette plessi nelle diverse contrade, tre di primaria e 4 d'infanzia. Il che vale a dire che acquisti, nomine, contratti sono praticamente bloccati; l'assistente tecnico, fondamentale nel caso in cui debba subentrare l'attivazione della Dad o della didattica integrata, "è stato appena nominato ma in comproprietà con altri due istituti" peccato però che siano 'oltre-oceano', cioè nei pressi di Trapani "con il mare che ci separa". Bidelli? "Solo dieci certi, mancanti quattro".

E per i docenti, che sulla carta ci sarebbero in toto, su 57 occorrenti, a parte uno mancante per l'infanzia e 5,5 per il sostegno, interviene la 104 a complicare lo scenario perchè già "sono cinque quelli che hanno preannunciato le imminenti aspettative. Il che significa che dovremo nominare supplenti", riferisce il Dirigente. Dunque, la continuità didattica non è garantita.

"Isole e zone montane sono vittime di una continua rotazione del personale - spiega - Uno stato di fatto di cui dovrebbe farsi carico il Governo attivando ad esempio sistemi premiali per rendere appetibili queste sedi". Poi Di Bartolo con dati alla mano rileva: "il 50% del personale scolastico è residente; la restante parte arriva con assegnazioni provvisorie. Sono per lo più siciliani che scendono dal nord e vogliono riavvicinarsi a casa".

Banchi e distanziamento? "Nessun problema, avevamo solo i monoposto e lo spazio c'è dato che gli studenti sono pochi - risponde il Preside - Ma c'è insofferenza nell'Isola perchè, per carenze di edilizia scolastica, da anni abbiamo dovuto cedere sei classi alla scuola media che ha una sua sede in manutenzione straordinaria. E possiamo fare solo lezione, senza nessuno spazio per attività ricreative o laboratoriali, immobilizzati in aule contenitore". In tempo di covid più che mai.

(di Roberta Lanzara)

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